Ulisse Aldrovandi

Ornithologiae tomus alter - 1600

Liber Decimusquartus
qui est 
de Pulveratricibus Domesticis

Libro XIV
che tratta delle domestiche amanti della polvere

trascrizione di Fernando Civardi - traduzione di Elio Corti

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[327] Unicum item caput hi pulli pariter gemini, et parum a superioribus differentes habebant, sed corpora magis quam in illis coniungebantur.

Parimenti avevano una sola testa questi pulcini anch’essi gemelli e differivano di poco da quelli precedenti, ma i loro corpi erano più uniti rispetto a quelli.

 

Si vero avis ulla monstrifica appellanda est, ea erit Gallus iste, quem vivum ante aliquot annos in aula Serenissimi Magni Hetruriae Ducis Francisci Medicei observavi: viris etiam magnanimis aspectu suo terrifico pavorem incutiebat. Caput non crista carnea, ut in vulgaribus Gallis ornabatur, nec paleae quoque erant carneae, sed uti aeque ex plumis constabant militum conos, quibus galeas exornant, aemulantibus. Habebat in fronte duas pennas, seu potius pennarum calamos (erant enim nudae) surrectos, ceu duo cornua; item binos alios ab utraque rostri prope nares parte, sed qui in extremitate plumas tenuissimas ad instar setarum {a}ederent, necnon et alium in cervice, qui a principio fere eiusmodi setis erat exornatus. Color totius corporis fere subfuscus, sed radices pennarum erant albae, pennae vero ita erant constitutae, ut veluti squamas toto corpore aemularentur. Prope uropygium, qua cauda exit, tuberculum habebat rotundum, subalbidum. Cauda non avium more ex plumis, sed carnosa ad instar quadruped<i>um, pilis nuda, sed in extremitate tamen floccum, qualis in illis conspici solet, obtinebat. Flocci color erat candicans. Cauda subcaerulea. Tibiae velut ocreis indutae erant. Iconem proxima pagina dabit.

Ma se un qualche uccello deve essere definito mostruoso, lo sarà questo gallo, che ebbi occasione di osservare vivo alcuni anni fa nel palazzo del serenissimo Granduca di Toscana Francesco I de’ Medici: con il suo aspetto terrificante incuteva paura anche agli uomini coraggiosi. La testa non era ornata da una cresta carnosa come nei normali galli, e neppure i bargigli erano carnosi, ma erano formati proprio come da piume quasi simili ai cimieri dei soldati coi quali adornano gli elmi. Sulla fronte aveva due penne, o piuttosto due calami eretti di penne (infatti erano nude), come se fossero due corna; parimenti ne aveva altri due ad ambedue i lati del becco in vicinanza delle narici ma che presentavano delle piume molto sottili come se fossero dei peli, e un altro al collo, adorno all’apice di peli quasi con le stesse caratteristiche. La colorazione di tutto il corpo era praticamente nerastra, ma le radici delle penne erano bianche, ma le penne avevano una struttura tale da imitare come delle squame su tutto il corpo. In vicinanza dell’uropigio, laddove emerge la coda, aveva un tubercolo rotondo e biancastro. La coda non era fatta di piume come negli uccelli, ma era carnosa come quella dei quadrupedi, priva di peli, ma alla sua estremità aveva tuttavia un fiocco come abitualmente si può osservare in essi. Il colore del fiocco tendeva al bianco. La coda era azzurrina. Le gambe erano come rivestite da gambali. La pagina seguente ne fornirà la raffigurazione.

 

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