La gallina contesa nel film La Grande Guerra


La gallina contesa
nel film
La Grande Guerra

La gallina. Scena memorabile e di grande effetto comico, il pezzo della gallina contesa fra italiani e austriaci è in realtà tratto dal libro Un Anno sull’Altipiano di Emiliano Lussu. Questo spiega il lavoro di ricerca di regista e sceneggiatori su testi e testimonianze di guerra originali.

C’è una scena in particolare in questo film: a metà strada tra le due trincee, italiana e austriaca, che quotidianamente si danno battaglia a colpi di cannoni e fucili, appare una gallina viva. Le due compagini trasformano la loro battaglia per la conquista del territorio (ma si tratta di un territorio che non sarà mai dei singoli soldati bensì del re o della patria), in una guerra strategica per la conquista della preda alimentare che potrà rinfrancarli dal solito rancio. I soldati abbassano le armi e cominciano a richiamare la gallina, chi con versi infantili, chi con starnazzamenti puerili, chi con danze, altri lanciano molliche di pane per attrarre il volatile e i lanci del pane sono calibrati come si trattasse di bersagli militari, finché si passa alle armi, con fucilate per distogliere i tentativi del nemico di impossessarsi dell'ambita preda, che per un attimo annulla la natura tragica del conflitto bellico tra le due fazioni, facendone emergere la natura comune, la fame che li unisce in un'unica vera grande guerra contro la guerra stessa, cioè contro gli stenti e le privazioni a cui la guerra obbliga entrambi gli eserciti.

La grande guerra è un film del 1959 diretto da Mario Monicelli, prodotto da Dino De Laurentiis e interpretato da Alberto Sordi e Vittorio Gassman. È considerato uno dei migliori film italiani sulla guerra e uno dei capolavori della storia del cinema. Vincitore del Leone d'oro al Festival del Cinema di Venezia ex aequo con Il generale Della Rovere di Roberto Rossellini e nominato all'Oscar quale migliore pellicola straniera, si aggiudicò inoltre tre David di Donatello e due Nastri d'argento. Ottenne un enorme successo anche all'estero, soprattutto in Francia.

Oreste Jacovacci (Alberto Sordi) e Giovanni Busacca (Vittorio Gassman), rispettivamente romano e milanese, si incontrano su un treno in partenza per il fronte dopo un’esilarante (per noi) chiamata alle armi. I due, seppur di differente provenienza, si scopriranno amici e cercheranno in tutti i modi di disertare la campagna bellica, per loro insensata e priva di ogni umanità. Le situazioni porteranno i protagonisti a rimanere nell’esercito e combattere fino alla disastrosa disfatta di Caporetto, in seguito alla quale i superstiti faranno ritorno in Paese. Richiamati per conquistare il Piave, i due riescono finalmente a scappare rifugiandosi in una stalla, ignari della presenza di soldati austriaci. Verranno catturati e costretti a svelare la posizione dei compagni, cui seguirà uno dei finali più emozionanti del cinema italiano.

Vittorio Gassman - Silvana Mangano - Alberto Sordi