Abate Bartolomeo Lorenzi


A pipilar su l'aja odo il pulcino





Segnalazione di Giulia Grazi

L’abate Bartolomeo Lorenzi nacque il 4 giugno 1732 a Mazzurega da famiglia agiata, entrò nel Seminario di Verona dove seguì gli studi di Retorica e di Teologia e fu ordinato sacerdote e dove continuò a insegnare fino al 1776. Poi fondò una scuola privata che diventò subito famosa. Nel frattempo la sua fama di poeta improvvisatore era giunta molto in alto e, dopo un’esibizione memorabile alla presenza dell’arciduca Ferdinando d’Austria (a cui dedica nel 1778 il suo capolavoro Della coltivazione de’ monti), Lorenzi per qualche anno gareggiò con molto successo con altri poeti estemporanei nelle corti nel Nord Italia, senza peraltro perdere il suo sereno equilibrio e l’amore per la vita semplice.

Dopo la caduta della Repubblica Veneta (1797) si ritirò definitivamente a vita privata e Mazzurega divenne meta di pellegrinaggi di letterati e poeti, che apprezzavano la saggezza e la brillante conversazione dell'Abate, il quale mostrava però di preferire la sua pace: “[…] L’autunno scarica tutta la turba cittadina per le ville, ed io sono visitato da molti, benché non tutti obblighino la mia accoglienza, che non posso rendere, né mostrare sì lieta, massimamente agli oziosi visitatori, che talor malcontenti della compagnia che non sepper mai fare a sé stessi, cercano l’altrui, e m’accorgo del peso che si portano e mi scaricano addosso, mentre esigono ch’io loro resti obbligato dell’incomodo che mi danno. Ma bisogna sopportare anche questi …”

Tuttavia non rinunciò del tutto agli appuntamenti mondano letterari: quando il 18 maggio 1820 la contessa Anna da Schio Serego Alighieri invitò nella sua villa di Gargagnago i famosi poeti Vincenzo Monti e Ippolito Pindemonte, il più festeggiato fu il quasi novantenne Abate Lorenzi, sceso da Mazzurega in groppa alla sua mula. Nell’occasione i 3 poeti piantarono nel giardino 3 alberi di alloro. L’abate si spense serenamente il 13 febbraio 1822.

La sua opera più importante è il poema in ottave (strofe di 8 versi endecasillabi in rima) Della coltivazione de’ monti, in quattro canti, uno per stagione, in cui descrive, o meglio canta, tutte le operazioni necessarie a un’efficace agricoltura di collina, mettendo in mostra sia le sue estese ed aggiornate conoscenze agronomiche, sia la sua felice inventiva poetica.

Istituto Statale Comprensivo Bartolomeo Lorenzi
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