Etimologia botanica
di Alexandre de Théis
1810

Biografie botaniche


Z

Zannichelli – Giovanni Girolamo Zannichelli

ZanoniGiacomo Zanoni

ZinnJohann Gottfried Zinn

ZoegaJörgen Zoega

ZuccagniAttilio Zuccagni

ZwingerTheodor Zwinger

Zannichelli

Giovanni Girolamo Zannichelli: farmacista (Spilamberto (Modena) 1662 – Venezia 1729). Coltivò, a Venezia, gli studî naturalistici e medici con tale successo che dalla Repubblica Veneta fu nominato medico fisico. Vivente, pubblicò varî lavori di storia naturale. Il figlio Giovanni Iacopo diede alle stampe nel 1730 gli Opuscula botanica posthuma, lavoro nel quale Zannichelli illustra i suoi viaggi botanici nel Veneto e nell'Istria, e nel 1735 la Istoria delle piante che nascono ne' lidi intorno a Venezia, che è una delle opere più importanti per la flora del Veneto.

Zanoni

Giacomo Zanoni (* 6. Januar 1615 in Montecchio (Terni); † 24. August 1682 in Bologna) war ein italienischer Botaniker. Giacomo Zanoni wurde 1615 als Sohn eines Apothekers in Montecchio, einem Ort in der Nähe von Reggio nell’Emilia, geboren. Mit etwa 20 Jahren schickte ihn sein Vater nach Bologna. Er studiert dort bei Bartolomeo Ambrosini (1588–1657), dem Nachfolger von Ulisse Aldrovandi. Mit 27 Jahren wurde er Vorsteher des botanischen Gartens Bologna. Er legte ein oft besuchtes naturhistorisches Raritätenkabinett an und bereiste die italienischen Alpenregionen. 1675 erschien sein Werk Istoria botanica, das 1742 durch Gaetano Lorenzo Monti ins Lateinische übertragen und erweitert wurde. Charles Plumier benannte ihm zu Ehren eine Gattung Zanonia. Carl von Linné stellte die von Plumier beschriebenen Pflanzen allerdings zur Gattung Commelina. Unter dem heute bekannten Gattungsnamen Zanonia beschrieb Linné seinerseits eine Gattung der Pflanzenfamilie der Kürbisgewächse (Cucurbitaceae). Werke: Indice delle piante portate nell'anno 1652... (Bologna, 1652) – Istoria botanica... Nella quale si descriveno alcune piante degl'antichi, da moderni con altri nomi proposte; e molt'altre non più osservate, e da varie reggioni del mondo venute, con le virtù, e qualità della maggior parte di esse, & in figure al vivo rappresentate... (Bologna, Gioseffo Longhi, 1675) – Rariorum stirpium historia ex parte olim edita. Nunc centum plus tabulis ex commentariis auctoris ab ejusdem nepotibus ampliata...'. (Bologna, Lelio Della Volpe, 1742) – erweiterte, lateinische Ausgabe von Gaetano Lorenzo Monti.

Zinn

Johann Gottfried Zinn (December 6, 1727 – April 6, 1759) was a German anatomist and botanist member of the Berlin Academy. He was born in Schwabach. Considering his short life span, Zinn made a great contribution to the study of anatomy. In his book Descriptio anatomica oculi humani, he provided the first detailed and comprehensive anatomy of the human eye. In addition to his medical career, Zinn was also an ardent botanist. In 1750, the German Ambassador to Mexico sent Zinn some seeds of mal de ojos, which was considered a weed in Mexico, but the plant briefly aroused interest in Germany. In 1753 Johann Gottfried Zinn became director of the Botanic garden of the University of Göttingen, and in 1755, professor in the medical faculty. In 1757 Zinn described the orchid genus Epipactis that belongs to the family Orchidaceae. He died in Göttingen. Eponyms Botanist Carolus Linnaeus designated a genus of flowers in the family Asteraceae native from Mexico as Zinnia in his honour. Zinnia was introduced to Europe in 1613. He coined the anatomic terms: Zonula ciliaris Zinnii, now called Zonule of Zinn, Circulus arteriosus sclerae also known as Annulus of Zinn (or Circle of Zinn). ––– Anatomista (Ansbach 1727 – Gottinga 1759). Fu allievo di A. Haller a Gottinga, dove si laureò nel 1749 e dove, nel 1753, divenne professore straordinario di medicina e direttore del giardino botanico di quella università. Famoso il suo libro Descriptio anatomica oculi humani, iconibus illustrata (1755).

Zoega

Jörgen Zoega (Daler, 20 dicembre 1755 – Roma, 10 febbraio 1809) è stato un archeologo e numismatico danese. Nacque a Daler, un paesino vicino Tønder, nei pressi della costa occidentale del nord dello Schleswig. Il padre, la cui famiglia proveniva dal nord dell'Italia, era Christian Zoega, pastore protestante a Vilhad; sua madre era Henriette Clausen. Da ragazzo Jörgen fu educato in casa e poi frequentò il gymnasium ad Altona. Nel 1773 andò all'Università di Gottinga e poi a Lipsia, a studiare filosofia e i classici. Frequenti viaggi in Italia gli fecero sviluppare un interesse per l'archeologia, che aveva già da giovane. Nel 1782, grazie ai buoni uffici del ministro danese Guldberg, ricevette una borsa di studio per due anni dallo Stato. Da Vienna, dove studiò sotto il famoso numismatico Eckhel, Zoega andò a Roma agli inizi del 1783. Grazie ad alcune presentazioni ricevette un caldo benvenuto da Stefano Borgia, che allora era un prelato e in seguito divenne cardinale. Durante il ritorno a casa, Zoega seppe a Parigi della caduta politica del suo patrono Guldberg. Di conseguenza tornò a Roma e prese residenza permanente nella Città Eterna, che un uomo, come lui disse, non dovrebbe mai vedere oppure mai lasciare. Già in precedenza aveva catalogato e descritto esaurientemente la notevole collezione numismatica "Borgia"; il card. Stefano Borgia gli fornì un forte sostegno e Pio VI gli accordò una pensione di 400 scudi. Con l'aiuto di amici influenti Zoega ricevette anche un sussidio permanente dalla Danimarca, e nel 1790 fu nominato membro onorario della Accademia delle Arti di Copenaghen. Quando il suo patrono, il cardinal Borgia, fu esiliato da Roma nel 1798, Zoega, grato per l'ospitalità che il cardinale aveva concesso ai Danesi che si erano recati a Roma, ottenne una pensione per Borgia dalle finanze pubbliche della Danimarca. Dal 1798 Zoega fu il console danese a Roma e membro dell'Accademia delle Scienze di Copenaghen. I suoi lavori di numismatica lo portarono a studi di egittologia e sulla Chiesa Copta, che riuscì a condurre con successo. Con le sue capacità di approfondimento e con le sue capacità di giudizio, indicò agli studiosi successivi il cammino da percorrere per l'interpretazione dei geroglifici. È considerato come un collega di Winckelmann e di Visconti nella istituzione di un'archeologia scientifica. I suoi meriti furono riconosciuti anche da altri paesi con la sua elezione nel 1806 a membro delle Accademie delle Scienze a Berlino e Vienna. Morì a Roma tre anni più tardi. Pubblicazioni: le opere più importanti di Zoega sono: Nummi aegyptii imperatorii (Roma, 1787) – De origine et usu obeliscorum (Roma, 1797) – Bassirilievi antichi di Roma (2 voll., Roma, 1808), tradotto in tedesco da Welcker (1811) – Catalogus codicum copticorum manuscriptorum, qui in museo Borgiano Velitris adservantu (Roma, 1810), un lavoro pubblicato postumo. Scrisse anche molti trattati sull'archeologia classica, anche questi tradotti in tedesco da Welcker, Georg Zoegas Abhandlungen (Gottingen, 1817). Un lavoro sulla topografia di Roma rimase incompiuto in forma di manoscritto.

Zuccagni

Attilio Zuccagni (Firenze, 1754 – Firenze, 21 ottobre 1807) è stato un medico e botanico italiano. Attilio Zuccagni, zio del noto geografo Attilio Zuccagni–Orlandini, nacque a Firenze e si laureò in medicina presso l'Università di Pisa. Svolse, inizialmente, la professione di medico alla corte del Granduca di Toscana. Successivamente si recò in Spagna, dove compì una serie di esplorazioni scientifiche. Rientrato a Firenze, fu chiamato poco più che ventenne, nel 1775, al Museo di storia naturale, per classificare la nascente collezione voluta dal granduca Pietro Leopoldo. Divenne direttore dell'orto botanico, che ampliò notevolmente. La sua attività di ricerca e di scoperta di nuove specie, svolta anche con il contributo di Giuseppe Raddi, che del primo fu assistente dal 1785 al 1795, confluì in una serie di pubblicazioni scientifiche, fra le quali resta una curiosa Centuria di osservazioni botaniche. Nel 1806, istituito un liceo all'interno del Museo, accettò la cattedra di zoologia e mineralogia, che tuttavia poté reggere per poco meno di un anno, a causa della morte, sopravvenuta il 21 ottobre 1807. Fu anche segretario dell'Accademia dei Georgofili. Zuccagni è l'abbreviazione standard utilizzata per le piante descritte da Attilio Zuccagni. Pubblicazioni: De naturali liliorum, quae ante simulacra deiparae locantur, fructificatione, veluti prodigium evulgata, Firenze 1769. – Dissertazione concernente l’istoria di una pianta panizzabile dell’Abissinia conosciuta da quei popoli sotto il nome di tef, Firenze 1775. – Sopra le saline di Corneto. Voto per la verità, con Giuseppe Petri e Ottaviano Targioni Tozzetti, Firenze 1803. – Synopsis plantarum quae virescunt in horto botanico Musei Regii Florentini, Firenze 1806. – Centuria 1. Observationum botanicarum, quas in horto regio florentino ad stirpes eiusdem novas vel rariores, Firenze 1806.

Zwinger

Theodor Zwinger III, fils de Johann Zwinger, né à Bâle, le 6 août 1658 et mort à Fribourg en 1724, est un médecin suisse. Il montra dès son enfance une telle ardeur pour l'étude qu'on fut obligé de la modérer, dans la crainte qu'une trop grande application ne devînt préjudiciable à sa santé. Ayant achevé ses humanités, il fit son cours de philosophie et, en 1675, reçut le grade de maître es arts. Se destinant à l'exercice de là médecine, il joignit à l'étude de l'art de guérir celle de toutes les sciences accessoires et fit succéder à la lecture des ouvrages des anciens celle des meilleurs écrits modernes. Riche de toutes les connaissances qu'on peut puiser dans les livres, il se rendit, en 1678, à Schaffhouse, pour y suivre les leçons d'habiles maîtres, et ensuite à Zurich, où il se perfectionna dans la connaissance de la botanique et de l'histoire naturelle, par sa fréquentation des Gessner, des Scheuchzer, etc. De retour à Bâle en 1680, il y fut reçu docteur en médecine; mais avant de se livrer à la pratique de son art, il voulut encore faire un voyage pour son instruction, il visita donc une seconde fois Schaffhouse et Zurich, d'où il vint à Paris et à Strasbourg étudier l'anatomie. À son arrivée à Bâle, en 1682, il s'y plaça sur–le–champ au rang des premiers praticiens, et ses succès toujours croissants étendirent bientôt sa réputation dans toute la Suisse et une partie de l'Allemagne. Nommé professeur d'éloquence à l'académie en 1684, il permuta, trois ans après, cette chaire contre celle de physique. Jusqu'à cette époque, l'enseignement de cette science avait été très incomplet à l'académie de Bâle. Les professeurs, manquant des instruments nécessaires pour des expériences, se bornaient à donner l'explication des principaux phénomènes de la nature, sans pouvoir appuyer leurs raisonnements d'aucune démonstration. En créant à ses frais un cabinet de physique, Zwinger rendit à sa patrie un service dont on peut apprécier l'importance par la longue suite d'illustres physiciens que l'académie de Bâle a produits dans le XVIIIe siècle. Ses devoirs comme professeur n'avaient point ralenti son zèle pour la pratique médicale; mais les travaux continuels auxquels il était forcé de se livrer finirent par altérer sa santé. On dut craindre pour sa vie, lorsque, miné par une fièvre lente, il suspendit ses leçons. Cependant il se rétablit, malgré le pronostic de ses confrères, et au mois de septembre il fit un voyage à Vienne, moins pour y régler quelques affaires d'intérêt que pour s'éloigner de ses occupations habituelles. Précédé par sa réputation dans la capitale de l'Autriche, il y fut accueilli de la manière la plus flatteuse. L'empereur Léopold l'honora de plusieurs audiences particulières. Vers le même temps, il fut admis à la société royale de Berlin, et à l'académie des Curieux de la nature, qui l'inscrivit dans la liste de ses membres, sous le nom d'Aristote. On lui offrit, en 1700, la première chaire de médecine de l'académie de Leyde, avec un traitement considérable. Le landgrave de Hesse–Cassel et le roi de Prusse cherchèrent à se l'attacher par des offres brillantes; mais rien ne put le décider à quitter sa ville natale. Les honneurs qu'il avait dédaignés vinrent l'y trouver. Nommé médecin et conseiller aulique du duc de Wurtemberg et du marquis de Bade–Dourlach, il reçut les mêmes titres de plusieurs princes et de diverses villes d'Allemagne. Au mois de décembre 1703, il passa de la chaire de physique à celle d'anatomie et de botanique, qu'il remplit avec non moins de zèle. L'hiver il présidait assidûment aux dissections dans l'amphithéâtre, et l'été, suivi de ses élèves, il parcourait les montagnes de la Suisse, pour y recueillir de nouvelles plantes, dont il enrichissait le jardin de l'académie. La ville de Fribourg–en–Brisgau, affligée d'une épidémie en 1710, réclama les soins de Zwinger. Sachant, au milieu des dangers, conserver un admirable sang–froid, il passait le jour à visiter les malades et une partie de la nuit à rédiger ses observations, et après un mois, il laissa Fribourg délivré de ce fléau. L'année suivante, il fut chargé du cours de médecine théorique et pratique. Ce fut dans l'exercice de cette place qu'il termina sa vie, le 22 avril 1724. Outre un grand nombre de thèses et d'observations, dans les Actes des Curieux de la nature et de la société de physique de Breslaw, on lui doit de nouvelles éditions, augmentées, d'un Lexique latin et allemand, Bâle, 1700, in 8, sous le nom de 'Spieser, et des Secrets de médecine de Wecker. Ses principaux ouvrages sont: le Théâtre botanique (en allemand), Bâle, 1690, in–folio. Zwinger y a rassemblé toutes les plantes décrites par Gessner, Camerarius et Bauhin, en y joignant leurs propriétés médicales. L'édition publiée par son fils Friedrich Zwinger, en 1744, est beaucoup plus ample. – Etc.