Vol. 2° -  XXVI.3.2.

Le fasi di sviluppo di una penna

La piuma prende origine dal follicolo che si trova incastonato negli strati epidermico e dermico della cute, dotato di un elevato apporto di sangue che garantisce un nutrimento adeguato alle strutture in via di sviluppo. Il follicolo è pure dotato di una ricca innervazione, nella quale trovano posto elementi sensoriali capaci di valutare esattamente la posizione della penna: grazie a questi recettori, una penna che ha perso il suo normale orientamento può riprendere rapidamente la posizione naturale appena l’uccello si scuote o si ripulisce.

La parte basale del follicolo è formata da cellule di origine epidermica disposte a collare e che si trovano in fase di attiva moltiplicazione. Il collare può essere suddiviso in una parte ventrale e in una parte dorsale, essendo questi due aggettivi riferiti al piano cutaneo. Le cellule epidermiche del collare, mentre proliferano per creare le barbe, migrano spingendosi progressivamente dal lato ventrale verso quello dorsale e quindi verso l’alto, fino a sovrapporsi al rachide in via di formazione.

Il rachide origina dalle cellule più centrali del follicolo; le barbe che per prime hanno preso aderenza con la punta del rachide diventeranno le barbe dell’apice del vessillo definitivo.

L’apice di una barba inizia a formarsi nella parte ventrale del colletto, ultimando la sua maturazione quando è migrata sul lato dorsale: in questo momento si trova pronta a formare un tutt’uno col rachide. L’inizio di una barba dal lato ventrale e il suo completamento sul lato dorsale riveste una grande importanza pratica per la pigmentazione della piuma poiché il pigmento, introdotto dai melanociti in punti diversi del collare, comparirà in  altrettanti punti differenti della barba definitiva.

La crescita di una piuma presenta variazioni nell’arco delle 24 ore, dette variazioni circadiane. Negli uccelli con abitudini diurne, tra mezzogiorno e mezzanotte la crescita è pressoché costante, subisce un’inibizione transitoria e forse totale tra mezzanotte e le 3 del mattino, per poi riprendere con vivacità fino a mezzogiorno, vivacità che è maggiore rispetto a quella del pomeriggio. Forse l’inibizione temporanea notturna risulta dall’abbassamento della temperatura corporea presente dalle 21 alle 4, potendo causare barrature trasversali osservabili sia sul rachide che sulle barbe di molte piume.

Durante la muta una nuova piuma sospinge via la vecchia. Quando la piuma ha completato lo sviluppo, l’attività del follicolo cessa per un periodo variabile fino alla prossima muta. Per inciso ricordiamo che il Fulmaro appartiene a una delle poche specie che non mutano mai il piumaggio.

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