Vol. 2° -  XXVIII.8.6.

Biosintesi della melanina

La tirosinasi detiene un posto centrale nella melanogenesi per la capacità di catalizzare le prime due reazioni costituite dall’idrossilazione della tirosina a dopa e la successiva ossidazione a dopachinone.

Per un lungo periodo si continuò a pensare che le tappe susseguenti procedessero più o meno spontaneamente secondo lo schema proposto da Raper & Mason, per cui gli studi si indirizzarono alla comprensione della regolazione della melanogenesi nei mammiferi in relazione ai possibili meccanismi di inibizione e di attivazione della tirosinasi, considerata come il fattore più importante, se non l’unico.

Un punto di vista così ingannevole della melanogenesi venne messo in discussione per la prima volta quando a Napoli, nel 1960, vennero scoperte le tappe che portano alla feomelanogenesi, sottolineando il ruolo centrale giocato dalla cisteina nel controllo del tipo di sintesi melanica. Da allora sono stati scoperti altri fattori capaci di influenzare, secondo differenti modalità, l’attività chimica dei melanociti epidermici:

§   svariati regolatori intracellulari della sintesi e del processamento della tirosinasi

§   l’attività di enzimi ausiliari, come la dopacromo tautomerasi e perossidasi

§   alcuni ioni metallici, quali rame e ferro bivalenti, che si accumulano nei tessuti pigmentati.

Ognuna delle tappe che conduce alla sintesi del DHI e delle cisteinildopa nei compartimenti subcellulari dei melanociti, può svolgersi simultaneamente e può procedere, almeno in parte, in modo parallelo.

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