Lessico


Boemia

Regione storico-geografica (52.769 km2; 6.328.000 ab.) della Repubblica Ceca, di cui fa parte assieme alla Moravia.  Fino al 1993 ha costituito un importante nucleo della disciolta Repubblica federale cecoslovacca; amministrativamente è divisa nelle province di Praga, Boemia Centrale, Boemia Meridionale, Boemia Occidentale, Boemia Orientale e Boemia Settentrionale. La regione è circondata da una serie di rilievi (i Sudeti a NE, i Monti Metalliferi a NW, la Selva Boema a SW e le Alture Morave a SE); la parte interna consta di una superficie lievemente ondulata, elevata in media 150-200 m, molto fertile soprattutto lungo la valle dell'Elba. La regione appartiene al bacino superiore dell'Elba, che qui riceve la Moldava e l'Ohre; frequenti gli stagni e, nella Selva Boema, i piccoli laghi.

Nell’Età del Ferro anche la Boemia conobbe l'espansione delle culture di Hallstatt prima e di La Tène poi, diffusesi dall'Europa centrale. La Boemia trae il nome da quello della popolazione celtica dei Boi che abitarono in quelle sedi fino alla metà del sec. I aC. Intorno al sec. VIII aC furono le tribù germaniche dei Marcomanni e dei Quadi che invasero la Boemia restandovi sino al sec. I dC, quando l'espansionismo dell'Impero romano fece pesare la propria supremazia anche in quel territorio.

Nei primi anni del sec. VI le tribù slave dell'Europa centrale insorsero contro la dominazione degli Avari (che avevano nei decenni precedenti assoggettato la Slovacchia), guidate dal commerciante franco Sámo, dando vita a una grande federazione delle tribù slave detta “Impero di Sámo” il cui centro fu la Moravia. Nel sec. IX, mentre si andava delineando l'impero della Grande Moravia, retto dalla dinastia dei Mojmírovci, cominciò a diffondersi il cristianesimo, soprattutto per merito di Cirillo e Metodio, due missionari chiamati da Bisanzio dal principe Rotislao.

Dopo Svatopluk (870-894), che portò la Grande Moravia ad affermarsi come uno dei più importanti imperi slavi del tempo, dall'894 nella Boemia centrale predominò la famiglia dei Premyslidi, che poté annoverare tra i suoi esponenti Venceslao (921-929), considerato il patrono della Boemia. Sotto Boleslao I (929-967) e il successore Boleslao II (967-999) lo Stato si estese anche al confine con la Russia di Kijev; dal sec. XI al XIII i principi cechi si opposero validamente ai feudatari tedeschi che avevano mire espansionistiche.

Tra quei principi si distinsero Bretislao I (1034-55), Vratislao II (1061-92) e Vladislao II (1140-72) che ebbe il titolo di re da Federico Barbarossa nel 1158. Il primo ad avere titolo ereditario reale fu Premysl Ottocaro I (1197-1230), che lo ottenne nel 1198, e poi con la Bolla d'oro siciliana, nel 1212, da Federico II. Sotto Premysl Ottocaro II (1253-78) lo Stato si estese fino al Mar Adriatico e al Mar Baltico. Suo figlio Venceslao II (1278-1305), che fu anche re di Polonia, unì al suo regno Boemia, Polonia e Ungheria. Tuttavia il potere dei Premyslidi non fu di lunga durata: gli Asburgo e lo Stato della Chiesa diedero nuovo impulso alle ostilità; nel 1306 Venceslao III (1305-06), fu ucciso e con lui si estinse la dinastia dei Premyslidi (ramo maschile).

Dopo quattro anni di lotte accanite, fu eletto al trono Giovanni di Lussemburgo (1310-46), sotto il quale crebbe il potere della nobiltà. Alla sua morte, regnò il figlio Carlo I (1347-78; Carlo IV come imperatore), che trasformò lo Stato ceco in una potente monarchia e fu il primo ceco a diventare sovrano dell'Impero romano germanico e re tedesco. Alla morte di Carlo, il regno fu diviso tra i figli, così che Venceslao IV (1378-1419) ebbe le terre della corona ceca, mentre Sigismondo (1420-37) divenne re ungherese e sovrano dell'Impero romano germanico.

ià verso la fine del regno di Carlo IV nelle città e nelle campagne cominciò un'opposizione contro il grande potere della gerarchia cattolica, che si manifestò più fortemente all'inizio del sec. XV, in concomitanza con il notevole movimento hussita che contribuì a formare una salda coscienza nazionale boema. Dopo l'estinzione (1437) della dinastia dei Lussemburgo, alla fine delle guerre hussite, la situazione migliorò quando al trono ceco fu eletto Giorgio da Podebrady (1458-71), che agì fermamente per ristabilire la pace nel suo Paese travolto da una complessa battaglia politico-religiosa.

Gli succedette Ladislao Iagellone (1471-1516) eletto nel 1490 anche re d'Ungheria. Da allora i Paesi cechi e l'Ungheria rimasero raccolti in un'unica formazione statale fino al 1918. Con il successore Luigi (1516-26), la monarchia continuò a decadere finché il trono passò nelle mani degli Asburgo con Ferdinando I (1526-64).

Da allora ogni resistenza antiasburgica assunse anche un carattere di lotta per la libertà religiosa, essendo gli Asburgo paladini e sostenitori della Chiesa cattolica. La nobiltà protestante contraria agli Asburgo riuscì nel 1609 a ottenere da Rodolfo II una conferma della libertà religiosa e tuttavia poco dopo (1618) scatenò l'insurrezione (1618-20), che divenne il prologo della guerra dei Trent'anni.

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