Lessico


Boletus / Boletum

Boleta dovrebbe essere un accusativo neutro plurale, ma non esiste in latino, in quanto dovrebbe suonare boletos, che è accusativo maschile plurale.

Il sostantivo latino maschile boletus significa boleto, un fungo, come lo è per esempio il Boletus edulis o porcino. Il latino boletus equivale al greco βωλήτης – o βωλίτης -, sostantivo maschile che al nominativo plurale fa βωλήται e all’accusativo plurale βωλήτας. Magari non esiste alcuna attinenza etimologica, ma il sostantivo femminile o maschile βῶλος oltre a zolla di terra può significare palla, boccia, tant'è che bolo è il termine medico usato per indicare il cibo pronto per essere deglutito ed è detto bolo isterico quella sensazione di ingombro – più o meno rotondo – che gli isterici continuano ad accusare in gola come se ci fosse del cibo che non vuole mai scendere nello stomaco.

Boletus edulis

Il sostantivo βωλήτης significa non solo boleto, ma anche ovulo, che potrebbe essere un fungo, per esempio la vescia maggiore (Lycoperdon giganteum = Lycoperdon maximum) dotata di forma ovoidale. 

Lycoperdon giganteum

Oppure un ovulo potrebbe essere un altro tipo di fungo, appartenente al genere Amanita. Inizialmente le amanite sono avvolte dal velo universale, membranoso o farinoso, che si lacera alla crescita del fungo e che conferisce al fungo immaturo l’aspetto di un ovulo. Famose sono due amanite: Amanita caesarea, il fungo reale, e la Amanita muscaria, l'ovulo malefico.

Amanita caesarea

Amanita muscaria

Quindi il testo di Giambattista Della Porta - e citato da Aldrovandi - andrebbe corretto o con il latino boletos o con il greco βωλήτας, attribuendo loro il significato di tuorli, che hanno forma rotonda, o ovoidale come un ovulo, come un βωλήτης.

Non si può escludere che prima o durante il Rinascimento sia stato coniato un diminutivo neutro di un sostantivo greco femminile che significava qualcosa di rotondo. Ma di siffatto diminutivo latino non esiste alcuna documentazione nei vocabolari. Allora andiamo per ipotesi.

Il sostantivo greco femminile βῶλος - che forse non ha nulla a che fare con il verbo βάλλω (io scaglio) - ha come primo significato zolla o palla di terra, mentre in anatomia significa massa, cumulo, sfera (anche di metalli).

Il sostantivo latino maschile bolus significa lancio (dei dadi, della rete) e deriva dal greco βόλος (con lo stesso significato del sostantivo latino) e βάλλω (io scaglio).

Il sostantivo italiano bolo deriverebbe dal greco βῶλος, zolla, tramite il latino tardo bolus, grossa pillola. In italiano con bolo si intende quella piccola massa di cibo commista a saliva che si forma durante la masticazione prima della deglutizione; ma si intende anche una forma farmaceutica di aspetto sferico o cilindrico simile alla pillola, ma di più grandi dimensioni, prevalentemente destinato a uso veterinario. Iniettare endovena una sostanza in bolo a mio avviso potrebbe invece derivare dal verbo βάλλω, in quanto il farmaco viene sparato di colpo nel circolo sanguigno; ovviamente il farmaco iniettato in bolo potrebbe essere assimilato a una grossa massa, a una grossa pillola liquida, per cui non è escluso che l’etimologia sia da βῶλος e bolus anziché dal verbo βάλλω.

In portoghese - ma anche in castigliano - la palla, la sfera, è detta bola, e deriverebbe dal latino bulla.

Bulla in latino significa bolla d’acqua, borchia, bottone di metallo, ma soprattutto era famosa la bulla aurea, cioè la pallina d'oro che i giovani patrizi romani portavano al collo come amuleto fino al 17° anno d’età.

L’italiano palla - la sfera di gomma, cuoio, legno o altro materiale, con la quale si pratica qualche gioco - non deriva dal latino bulla, essendo invece di origine longobarda. E non deriva neppure dal latino palla, che era la sopravveste femminile in uso nell'antica Roma, ampia e lunga, che si avvolgeva intorno al corpo in vari modi come la toga maschile, e che quindi serviva a coprire, come copre anche la pelle, con cui palla potrebbe avere in comune l’etimologia. Il pallium era invece la sopravveste formata da un ampio rettangolo o quadrato di stoffa che i Romani indossavano sopra la tunica fermandolo sotto il mento o su una spalla con una fibbia; derivava dall'himation greco e fu adottato di preferenza da chi aveva a che fare con la cultura greca.

In sintesi: se Giambattista Della Porta - o chi per esso - inventò un sostantivo neutro per indicare qualcosa di piccolo e di sferico come il tuorlo dell’uovo, cioè boletum, forse prese le mosse dal vocabolo greco βῶλος, che però è per lo più di genere femminile.