Lessico


Giulio Ossequente

Iulius Obsequens: scrittore latino del IV secolo dC che compose un breve Liber prodigiorum. Si servì come fonte delle Storie di Livio e raccolse nel suo Liber prodigiorum i portenti narrati da Livio e compiuti dagli dei pagani, in polemica contro il cristianesimo. Dell'opera ci è giunta la parte tra il 249 aC e il 12 aC. Gli eventi vengono descritti in regolare ordine cronologico, utilizzando la lista dei consoli. L'opera venne stampata per la prima volta a Venezia da Aldo Manuzio nel 1508 in un'edizione ricavata da un manoscritto rinvenuto e copiato in Francia dall'umanista Fra Giovanni Giocondo da Verona che è andato perduto.

Giovanni Giocondo

La pianta del progetto di fra Giocondo per la basilica di San Pietro a Roma

Giovanni Monsignori (o Ognibene), detto fra Giocondo o fra Giovanni Giocondo (Verona, circa 1433 - Roma, 1 luglio 1515) è stato un umanista, architetto militare e ingegnere italiano, frate domenicano. Scarsissime sono le informazioni che permettano di ricostruire la vita e la lunga e poliedrica attività di fra Giocondo nonostante Giorgio Vasari gli abbia dedicato una delle sue Vite. Particolarmente poco documentata è la prima fase della sua vita. Entrato fin da giovanissimo forse nell'ordine domenicano, forse nell'ordine francescano, studiò il latino e il greco, tanto da poterlo insegnare a Verona dove ebbe come allievo Giulio Cesare Scaligero.

Sembra che sia giunto ancora giovane a Roma dove completò la propria formazione umanistica, dedicandosi allo studio dei monumenti classici e delle epigrafi latine, rivelando interessi antiquari e archeologici. Questi studi furono raccolti in un volume, donato in seguito a Lorenzo il Magnifico e di cui rimangono alcune copie.

Dal 1489 al 1493 fu a Napoli al servizio di Alfonso Duca di Calabria e di Ferrante d'Aragona come progettista di fortificazioni e in tale veste fu in contatto con Francesco di Giorgio Martini, per il quale esegue i centoventi disegni che illustrano il suo trattato di architettura. A lui viene attribuita anche la Cappella dei Pontano presso la chiesa di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta. Contemporaneamente coltiva la sua passione antiquaria, facendo ricognizione "archeologiche e rilevando epigrafi nella zona tra Gaeta, Mola e Capua e anche oltre.

Il castello di Gaillon il cui progetto è attribuito a fra Giocondo

Nel 1495 si recò in Francia come architetto di corte al seguito di Carlo VIII di Francia. Durante il suo lungo soggiorno in Francia fu al servizio di Carlo VIII e poi di Luigi XII, ma non è facile ricostruire la sua attività progettuale. Nel 1499 sembra abbia progettato il ponte sulla Senna presso Notre Dame, completato dopo la sua partenza. Gli viene attribuito anche il Petit-Pont, sempre a Parigi. Attribuite a Giocondo sono anche la Chambre Dorée del Parlemento di Parigi, e le château de Gaillon per il cardinale d'Amboise. Si occupò inoltre degli impianti idraulici dei giardini del castello di Blois. In Francia approfondì anche agli studi filologici, entrò in contatto con l'ambiente umanistico, conobbe letterati francesi come Guillaume Budé e italiani come Giano Lascaris e Iacopo Sannazzaro con i quali andava esplorando antiche biblioteche monastiche, scoprendo codici manoscritti contenenti opere sconosciute di autori latini classici come le Epistole tra Plinio e Traiano (il cosiddetto "codice parigino"), che poi pubblicherà per i tipi di Aldo Manuzio e anche di autori medievali, che copiò accuratamente. In Francia coltivò anche studi di geometria applicata, raccogliendo una vasta raccolta di testi.

Nel 1506 ritornò in Italia e fu chiamato a Venezia per avere il suo parere, insieme ad altri esperti, circa il progressivo interramento della laguna. Fra Giocondo propose la deviazione del Brenta fuori della laguna verso il mare e la sua proposta fu quella poi attuata. Secondo Vasari, negli anni seguenti operò come ingegnere militare e idraulico della Repubblica Veneta, forse progettando opere idrauliche, ma probabilmente essendo impiegato come consulente più che come tecnico, e soprattutto per la supervisione delle modifiche alle fortificazioni di alcune città della Repubblica, anche oltremare.

Nel 1509 in vista della guerra della Serenissima contro la lega di Cambrai, fu inviato a Monselice a Treviso Legnago e a Padova per predisporre le difese, e per tutta la primavera e l'estate il frate vagò nell'entroterra veneziano dando consulenze, indicazioni, consigli. A Treviso predispose, insieme con il comandante militare Bartolomeo d'Alviano, la costruzione delle mura intorno alla città e a Padova per il rafforzamento delle vecchie mura. Le mura di Padova vengono in pochi mesi riadattate per resistere alle nuove artiglierie, con uno sforzo straordinario. Fra Giovanni Giocondo, presente a Padova tra marzo e aprile, fa abbattere gli inutili merli, costruire terrapieni a ridosso delle mura, mozzare le torri, scavare un fossato improvvisando un nuovo tipo di sistema difensivo che resisterà al terribile assedio di Massimiliano d'Austria e, dopo alcuni mesi, delle truppe spagnole grazie all'uso di terrapieni, più idonei a resistere ai colpi di artiglieria. Tale sistema, che rappresenta una delle prime realizzazioni di fortificazione alla moderna, sarà in parte modificato e in parte sostituito nei decenni successivi, quando saranno approntate le fortificazioni definitive. Nel 1508 si recò a Verona per rinforzare un ponte.

A Venezia fra Giocondo fu il primo a portare, in ritardo su Firenze e soprattutto Roma, le nuove idee di un'architettura classicista e vitruviana. Nonostante abbia realizzato poco e quel poco con attribuzione contrastata, fu per un decennio al centro di ogni dibattito architettonico e di ogni realizzazione importante. Gli viene attribuito il progetto del Fondaco dei Tedeschi, o quanto meno l'idea, lo schema planimetrico, d'impronta razionale e vitruviana, lasciato poi ad altri per l'esecuzione.
Nel 1506 era stato consultato da papa Giulio II per la ricostruzione della basilica di San Pietro e fra Giocondo invia una "pianta di dimensioni gigantesche", con cinque cupole, ispirata al San Marco di Venezia che non mancherà di influenzare gli altri progettisti impegnati nella grande fabbrica.

Un'incisione dell'edizione del 1511 del De Architectura

Durante il suo soggiorno a Venezia, Giocondo fu al centro dell'ambiente umanistico della Serenissima frequentando Bartolomeo Bembo, Pietro Bembo, Luca Pacioli, Ermolao Barbaro, Aldo Manuzio, Bartolomeo Sanvito e altri. In questo periodo fra Giocondo coltiva in modo particolare la filologia classica. In un ambiente culturale, rivolto al culto dell'antico, nel 1511 pubblicò a Venezia, per i tipi di Giovanni Tacuino, la prima edizione illustrata del De Architectura di Vitruvio (I secolo aC), poi ristampata in successive edizioni, tra cui quella fiorentina del 1513. La grande importanza di questa edizione, oltre all'accuratezza filologica e tecnica che solo la competenza di Giocondo, letteraria e tecnica allo stesso tempo, poteva dare, era dovuta all'apparato iconografico che per l'opera vitruviana rappresenta la chiave di lettura essenziale. I 136 disegni, riprodotti in xilografia, riguardano sia aspetti architettonici, sia aspetti tecnici, come le macchine di cantiere, che dimostrano la perizia di fra' Giocondo. Oltre a Vitruvio, Giocondo curerà la pubblicazione di varie opere di autori latini come Cesare, Columella, Plinio e altri, in collaborazione con Aldo Manuzio. Nel 1503 pubblicò la traduzione latina del Mundus Novus di Amerigo Vespucci.

Nel 1514 partecipò al concorso per la ricostruzione a Venezia del ponte di Rialto con un progetto molto lodato da Vasari, secondo il quale, fra Giocondo, sdegnato dalla preferenza accordata a un altro progetto lasciò la Serenissima per andare a Roma dove peraltro, già nel novembre 1513, ormai ottantenne era stato nominato magister operis e in effetti, consulente di Raffaello, primo architetto della fabbrica di San Pietro, in un momento chiave della vicenda costruttiva, quando, morto Bramante, si trattava di dare una forma definitiva e più spaziosa al grande tempio. Fra Giocondo partecipa al dibattito proponendo un suo progetto. Nel 1515 morì a Roma, ma anche su questo pochissime notizie, tanto che Vasari scrive: «...morì finalmente vecchissimo, ma non si sa in che tempo appunto, né in che luogo, e per conseguenza né dove fusse sotterrato...».

La loggia del Consiglio a Verona attribuita da molti a fra Giocondo

Altrettanto incerte delle note biografiche, sono anche le attribuzioni di opere di architettura.

Cappella dei Pontano a Napoli (1492). Commissionata dall'Umanista Giovanni Pontano come sepoltura per la famiglia. L'attribuzione a Giocondo è controversa, e si fa anche il nome di Francesco di Giorgio Martini.

Loggia del Consiglio  a Verona (1476-1492). Il progetto è da alcuni, su base stilistica, accreditato a fra Giocondo, anche se non esiste documentazione che leghi il suo nome alla realizzazione dell'opera. Ancora meno fondata è l'attribuzione a fra Giocondo della facciata della chiesa di santa Maria della Scala, sempre a Verona. Del resto il frate trascorse ben poca parte della sua maturità nella città natale e quindi non sembra probabile un'intensa attività a Verona.

Le Pont de Notre Dame a Parigi (1500-15008) progettato completamente in pietra (novità in Francia), completato dopo la sua partenza, modificato in seguito, anche con la costruzione di botteghe e abitazioni ai due lati, e poi definitivamente ricostruito nel XIX secolo.

Julius Obsequens

Julius Obsequens was a Roman writer who is believed to have lived in the middle of the fourth century AD. The only work associated with his name is the Liber de prodigiis (Book of Prodigies), completely extracted from an epitome, or abridgment, written by Livy; De prodigiis was constructed as an account of the wonders and portents that occurred in Rome between 249 BC-12 BC. The work was first printed by the Venetian humanist, Aldus Manutius, in 1508, after a manuscript belonging to Jodocus - Fra Giovanni Giocondo  - of Verona (now lost). Of great importance was the edition by the Basle Humanist Conrad Lycosthenes (1552), trying to reconstruct lost parts and illustrating the text with wood-cuts. Later editions were printed by F. Oudendorp (Leyde, 1720) and O. Jahn (1853, with the periochae of Livy).

A curious, if not important, aspect of Obsequens' work are the references made to unidentified flying objects (UFOs). For the year 100 BC, for example, Obsequens writes: "When C. Murius and L. Valerius were consuls, in Tarquinia towards sunset, a round object, like a globe, a round or circular shield, took its path in the sky from west to east."

For the year 91 BC, he reports that: "At Aenariae, while Livius Troso was promulgating the laws at the beginning of the Italian war, at sunrise, there came a terrific noise in the sky, and a globe of fire appeared burning in the north. In the territory of Spoletum, a globe of fire, of golden color, fell to the earth gyrating. It then seemed to increase in size, rose from the earth and ascended into the sky, where it obscured the sun with its brilliance. It revolved toward the eastern quadrant of the sky."
Finally, Obsequens provided another example of this phenomenon for the year 42 BC, stating simply that: "something like a sort of weapon, or missile, rose with a great noise from the earth and soared into the sky
."

Giovanni Giocondo

Fra Giovanni Giocondo (c. 1433 – 1515) was an Italian architect, antiquary, archaeologist, and classical scholar. Giovanni Giocondo was born at Verona in about 1433. He joined the Dominican Order at the age of eighteen and was one of the many of that order who promulgated the Renaissance. Afterwards, however, he entered the Franciscan Order. Giocondo began his career as a teacher of Latin and Greek in Verona where Julius Caesar Scaliger was one of his pupils.
As a young priest, Fra Giocondo was a learned archaeologist and a superb draughtsman. He visited Rome, sketched its ancient buildings, wrote the story of its great monuments, and recorded, deciphered and explained many defaced inscriptions. He stimulated the revival of classical learning by making transcriptions of ancient manuscripts, one of which, completed in 1492, he presented to Lorenzo de' Medici.

Giocondo soon returned to his native town where he built bridges and planned fortifications for Treviso, acting as architect engineer, and head-builder during the construction. In Verona, Giocondo designed the Palazzo del Consiglio for Maximilian I, Holy Roman Emperor. It is considered one of the finest buildings in Verona and is famed for the decorations of its loggia. Thomas de Quincey also attributes the church of Santa Maria della Scala to Giocondo. He was then summoned to Venice, along with a number of other well-known architects, to discuss the protection of the lagoons against the rivers. Giocondo's plan of altering the Brenta's bed and leading this river to the sea was accepted by the Venetians, and the undertaking was a complete success.

Between 1496 and 1499 Giocondo was invited to France by Louis XII, and made royal adviser. There he built one bridge of remarkable beauty, the Pont Notre-Dame (1500-1512) in Paris, and designed the palace of the Chambre des Comptes, the Golden Room of the Parliament, and the Château of Gaillon (Normandy), one portal of which has been removed to Paris, and stood for years in the courtyard of the École des Beaux-Arts to serve as a model for students of architecture, and was returned in 1977.

The Fondaco dei Tedeschi

Between 1506 and 1508 Giocondo returned to Italy and constructed the Fondaco dei Tedeschi (1508), which was decorated by Titian and Giorgione. In 1513 the Rialto Bridge and its environs were burned. Giocondo was one of those who presented plans for a new bridge and surrounding structures. The designs of a rival were chosen. Giocondo left Venice for Rome where he was employed by the Vatican from 1514.

In a letter to Giuliano di Lorenzo de' Medici, in 1513, Giocondo referred to himself "an old man". On Donato Bramante's death he was made part of a team with Raphael and Giuliano da Sangallo to superintend the erection of St. Peter's Basilica. The work included strengthening the foundations. He died in 1515, while involved with this project.

In 1498 Giocondo published Pliny's Epistles in Bologna. He published another from the press of Aldus Manutius (1508) dedicated to Louis XII. Between 1506 and 1508 Giocondo wrote four dissertations on the waters and waterways of Venice. Giocondo was among the first to produce a correct edition of De Architectura by the classical Roman writer Vitruvius, a treatise that had a major influence on the development of Renaissance architecture. It was an illustrated edition, printed in Venice in 1511, and dedicated to Pope Julius II. Giocondo also published the works of Julius Obsequens, Aurelius Victor, and Cato the Elder's De re rustica. He also edited Julius Caesar's Commentaries and made the first drawing of Caesar's bridge across the Rhine. In addition to his classical and mathematical knowledge he was a master of scholastic theology. He was also the author of a much-quoted inspirational letter, A Letter to the Most Illustrious the Contessina Allagia degli Aldobrandeschi, Written Christmas Eve Anno Domini 1513. FRA GIOVANNI, A Letter to the Most Illustrious the Contessina Allagia Dela Aldobrandeschi, Written Christmas Eve Anno Domini 1513.