Lessico


Milziade il Giovane

Milziade il Giovane

Milziade è il nome di due uomini politici dell'antica Grecia. Milziade il Vecchio, figlio di Cipselo della nobile famiglia ateniese dei Filaidi, conquistò ai tempi di Pisistrato (ca. 555 aC) il Chersoneso tracico (in Tracia, tra l'Ellesponto e il golfo di Melas sull'Egeo, odierna penisola di Gallipoli).

Suo nipote, Milziade il Giovane, padre del grande statista ateniese Cimone, fu anch'egli tiranno del Chersoneso e dovette seguire Dario I ai tempi della spedizione scitica (ca. 512 aC, quando gli Sciti con il loro re Idanthyrsos respinsero un'invasione di re Dario). Ma secondo il racconto, peraltro sospetto, di Erodoto, pensò di rompere il ponte di barche che garantiva il ritorno all'armata del Gran Re.

Espulso, a quel che sembra, dai suoi domini, aderì alla rivolta ionica capeggiata da Aristagora, e, dopo il fallimento del moto e la risottomissione di tutte le città della Ionia alla Persia, si stabilì definitivamente in Atene (493 aC). Qui subì un processo per tirannide, ma fu assolto e ottenne poi una grande influenza nella vita politica.

Nel 490 aC, come stratego, impegnò i Persiani, il cui re era Dario I, nella battaglia di Maratona e li vinse, impedendo anche un loro colpo di mano su Atene. Dopo questa vittoria convinse gli Ateniesi a liberare le isole Cicladi dal dominio persiano.

Fu eletto stratego, ma l'impresa fallì ed egli fu gravemente ferito mentre assediava Paro (isola greca del Mar Egeo nell'arcipelago delle Cicladi). Ne approfittarono gli avversari politici, facendolo condannare, sotto l'imputazione di essersi fatto corrompere dal Gran Re, a un'ammenda di cinquanta talenti. Subito dopo morì per le ferite riportate in guerra.

Il funerale di Milziade – 1782
Jean-François-Pierre Peyron
(Aix-en-Provence 1744 - Parigi 1814)
Parigi - Louvre

Battaglia di Maratona

Nel 490 aC a Maratona - nell'Attica, 30 km in linea d'aria a nordest di Atene - circa diecimila Ateniesi, al comando di Milziade, affiancati da mille Plateesi, fronteggiarono vittoriosamente l'esercito persiano. Questo, a stare alla tradizione, sarebbe stato forte di duecentomila o addirittura di seicentomila uomini; ma il dato è stato indubbiamente enfatizzato per accrescere il merito dei vincitori.

Il generale persiano Dati, per prevenire un eventuale collegamento fra l'esercito ateniese e l'esercito spartano (collegamento che però non avvenne), partì subito all'attacco. Milziade, tuttavia, in una lotta che sembrava persa in partenza, riuscì a minacciare di accerchiamento l'esercito nemico che si diede alla fuga. La notizia della vittoria fu portata ad Atene, distante circa 42 km, da un soldato, Fidippide, che fece il percorso con una corsa rimasta famosa e morì per lo sforzo sostenuto.

Fidippide giunge ad Atene
Luc-Olivier Merson - 1869

La maratona
in ricordo di Fidippide

Marathøn corrisponde all'odierna Maratona che conta circa 2200 abitanti
La zona della battaglia è segnata da un riquadro azzurro

La maratona è la più lunga competizione podistica, ammessa ai giochi olimpici nel 1896 a ricordo di Fidippide, il guerriero ateniese che corse da Maratona ad Atene per annunciare la vittoria sui Persiani.

L'idea di organizzare la gara venne a Michel Bréal, che voleva inserire l'evento nel programma della prima Olimpiade moderna, svoltasi ad Atene nel 1896. Quest'idea venne fortemente appoggiata sia da Pierre de Coubertin, fondatore dei moderni Giochi Olimpici, sia dai Greci, i quali organizzarono una gara di selezione per la maratona olimpica che venne vinta da Charilaos Vasilakos con il tempo di 3 ore e 18 minuti. Louis Spiridon giunse quinto in questa gara, ma vinse quella olimpica del 1896 con il tempo di 2 ore, 58 minuti e 50 secondi, comprensivi di una pausa per bere un bicchiere di vino in un'osteria lungo il tragitto.

La lunghezza della maratona non venne subito standardizzata. Fino alla maratona olimpica del 1924 essa ebbe diverse variazioni, comprese tra i 40 e i 42,195 km. Dapprima la distanza da percorrere era di circa 40 km, equivalenti più o meno a quelli percorsi da Fidippide. La maratona olimpica del 1908, svoltasi a Londra, doveva partire dal Castello di Windsor e finire allo stadio White City, ma gli organizzatori aggiunsero 385 yarde (352,044 m) in modo da porre la linea d'arrivo davanti al palco reale, essendo re Edoardo VII figlio della regina Vittoria. La distanza venne così portata agli attuali 42,195 km ufficialmente adottati nel 1921 dalla Federazione mondiale di atletica.

I migliori tempi stabiliti sulla distanza di questa durissima gara si aggirano per gli uomini sotto le 2 ore e 5 minuti, e per le donne intorno alle 2 ore e 15 minuti. È importante ricordare che non esiste un record cronometrico per la maratona in quanto ogni gara, pur avendo la medesima distanza, si sviluppa su percorsi molto differenti. Più che di record si parla piuttosto di migliore prestazione.

Tra i maratoneti più celebri ricordiamo nuovamente il greco Spiridion, primo vincitore della gara di Atene nel 1896; l'etiope Abebe Bikila, che vinse le Olimpiadi di Roma nel 1960 giungendo scalzo al traguardo e quelle di Tokyo nel 1964; il ceco Emil Zatopek, soprannominato la "locomotiva umana" per il ritmo incessante di gara, che vinse nel 1952 a Helsinki; il tedesco dell'ex Germania dell'Est Waldemar Cierpinski, che vinse la medaglia d'oro nel 1976 a Montreal e nel 1980 a Mosca.

Nella leggenda della maratona trova posto l'italiano Dorando Petri, giunto primo sul traguardo della maratona olimpica di Londra del 1908 e squalificato perché sorretto da alcuni assistenti negli ultimi metri di gara: per consolazione ricevette una medaglia speciale dal re d'Inghilterra.

In campo femminile, sono entrate nella storia dello sport le straordinarie prestazioni della norvegese Grete Waitz, in particolare nella maratona di New York, che la vide trionfare ben nove volte, e della sua connazionale Ingrid Kristiansen, che vinse quattro volte la maratona di Londra.

Tra gli atleti italiani ricordiamo Gelindo Bordin, vincitore della gara alle Olimpiadi di Seoul, e Orlando Pizzolato, due volte vincitore della maratona di New York (1984 e 1985). Negli ultimi anni la tradizione di successi è stata continuata da Giacomo Leone e da Franca Fiacconi, vincitori della prestigiosa maratona di New York rispettivamente nel 1996 e nel 1998, da Maria Guida, medaglia d’oro agli Europei di Monaco nel 2002, e da Stefano Baldini, che ha conquistato l’oro alle Olimpiadi di Atene del 2004.