Lessico


Pretorio

Castra Praetoria – Castro Pretorio. Caserma costruita in Roma da Tiberio nel 23 dC per l'acquartieramento dei pretoriani costituenti la guardia dell'imperatore. Tutto intorno alla caserma, a pianta quadrata, correva un muro merlato, del quale sussistono oggi tre lati. Dopo il Medioevo appartenne ai Gesuiti e fu poi adibita a caserma. Il Castro Pretorio dà il nome al XVIII rione di Roma, pur restandone fuori.

Pretorio deriva dal latino praetor-oris, pretore, a sua volta da praeire, andare avanti. Parte dell'accampamento militare romano in cui si trovavano la tenda del comandante, detta anch'essa pretorio, e quelle dei principali ufficiali.

All'interno del pretorio si custodivano le insegne militari (signa) nonché i fondi del reparto (nell'aerarium) e le armi (nell'armamentarium). La dimora del comandante, simile in età repubblicana all'abitazione ad atrio con tetto aperto nel mezzo, acquistò via via una struttura più complessa per divenire in età imperiale un vasto edificio con ambienti aperti su uno o più cortili secondo un sistema assiale (Castra Vetera in Renania, Novaesium, Lambaesis).

Per estensione furono chiamate pretorio anche le residenze dei governatori delle province e lo stesso palazzo imperiale (in quanto dimora dell'imperatore, capo dell'esercito).

Pretoriano

Ciascuno dei membri del corpo speciale di soldati romani costituenti la guardia del corpo dell'imperatore I pretoriani furono istituiti come corpo permanente da Augusto nel 27 aC sull'esempio delle cohortes praetoriae, reparti di truppe a disposizione diretta dei generali nell'ultima età repubblicana.

Furono inizialmente composti di nove coorti, tre delle quali stanziate vicino a Roma, le altre in prossimità di città italiche. Funsero da vera guardia del corpo dell'imperatore finché rimasero sotto la sua diretta dipendenza. Nel 2 aC il loro comando venne assunto da due prefetti del pretorio di grado equestre.

Nonostante l'episodio del prefetto del pretorio Seiano, che, sotto Tiberio, ebbe un enorme potere e poco mancò dall'arrivare al trono, Caligola rafforzò il corpo dei pretoriani elevando il numero delle coorti a dodici, ognuna delle quali disponeva di 500 uomini circa. Molto presto ebbero mano nell'imporre propri candidati al soglio imperiale: alla morte di Nerone, nel 68, proclamarono Otone contro Galba designato dal Senato.

La loro lealtà destò preoccupazione nel successore Vitellio, che sciolse la guardia imperiale del tempo e ne costituì una nuova di 16 coorti di 1000 uomini ciascuna reclutati nelle legioni del Reno.

Vespasiano riportò il numero a 9 coorti; più tardi Domiziano ne aggiunse una decima. Dopo il regno di questo imperatore non avvennero radicali trasformazioni nel corpo dei pretoriani, fino a che Costantino, nel 312, lo abolì.

I pretoriani venivano regolarmente reclutati tra gli Italici e tra i provinciali più romanizzati; Settimio Severo li sostituì invece con elementi scelti tra le forti legioni illiriche. Prestavano servizio per 16 anni e godevano di notevoli privilegi rispetto ai legionari. Il servizio nel corpo dei pretoriani era molto vantaggioso per chi ambiva a far carriera: i più capaci potevano ricoprire alte cariche nella carriera equestre.

Pretore

Dal latino praetor -oris, da praeire, andare avanti. Magistrato della più antica Repubblica Romana il cui nome indica anche le sue funzioni di comandante militare.

I pretori in origine erano due e col tempo furono chiamati anche consoli, nome rimasto loro proprio dal 367 aC, quando fu istituito un terzo magistrato con compiti giurisdizionali al quale restò per sempre il nome di pretore.

Intorno al 243 aC gli si affiancò un secondo pretore, cui competeva di dirimere le controversie tra cittadini romani e stranieri, donde l'appellativo di pretore peregrino. Poiché al pretore rimase anche l'imperium, il comando militare, quando Roma istituì le prime province, mandò dei pretori ad amministrarle, che salirono di numero fino ad arrivare a otto al tempo di Silla.

La carica era elettiva e durava un anno, oltre il quale il pretore diventava propretore, cioè esercitava i poteri propri del pretore. In età imperiale ai pretori spettava l'esercizio della giurisdizione minore.