Lessico


Saffo

da Veterum illustrium philosophorum etc. imagines (1685)
di Giovanni Pietro Bellori (Roma 1613-1696)

In greco Sapphø, in latino Sappho. Poetessa greca (Ereso, isola di Lesbo 650? - 590? aC). Nata da nobile famiglia nell'isola di Lesbo, probabilmente nella città di Ereso, visse quasi sempre a Mitilene; attorno al 600 fu in esilio in Sicilia, a seguito di rivolgimenti politici.

Sposata, Saffo ebbe una figlia di nome Cleide. Poche altre notizie si hanno della sua vita, ricavate dai suoi stessi carmi. Partecipe di un tiaso di nobildonne (una specie di confraternita a cui si era ammessi per iniziazione e aveva lo scopo di celebrare riti in onore di Dioniso-Bacco), Saffo ricorda parenti e fanciulle, che essa educava nella musica e nella danza, con cui s'intratteneva in feste e giochi e che saluta nostalgicamente quando partono, sposate, per altri luoghi. Pare sia giunta a tarda età. La leggenda favoleggiò poi dei suoi amori; la si disse suicida in mare, dalla rupe di Leucade, per amore del barcaiolo Faone.

Gli antichi conoscevano di Saffo una raccolta di carmi, in 9 libri: 8 di liriche e uno a parte di epitalami. Era una delle raccolte più ampie di poesie meliche, di cui le citazioni degli scrittori posteriori ci hanno conservato solo dei frammenti, arricchiti poi dai papiri scoperti in Egitto che ci hanno restituito anche un'ode intera.

Nella raccolta sono trattati quasi tutti i generi della lirica monodica, e anche corale, con componimenti strofici in dialetto eolico (canti erotici, inni, epilli mitologici, epitalami, parteni). Il tema dominante della poesia di Saffo è l'amore, o almeno il sentimento, nella sua forma più schietta, nella sua immediatezza. Saffo, pur nell'eleganza e nella musicalità di una tecnica accuratissima, è poetessa istintiva, che tutto assorbe in una sfera soggettiva. Di qui la sua modernità, che ne ha fatto uno degli autori antichi più letti, studiati e tradotti ai nostri giorni.

Centro della sua ispirazione è il tiaso, con le relazioni di vita e di affetti. Passano su di esso le stagioni, le ore del giorno, e Saffo è animata dalla gioia della presenza delle compagne e delle allieve, o rattristata dalla loro lontananza o annientata dalla gelosia (famose le sue descrizioni di feste e di occupazioni nel giardino, di notti solitarie, di momenti nostalgici); la sensibilità è sempre vigile, a volte si scatena in vera passione, espressa con spregiudicata schiettezza, una passione che ha dato luogo spesso a severi giudizi moralistici sulla poetessa e sul suo ambiente.

Tutto si trasfigura, comunque, sotto la sua penna, in un mondo di bellezza, d'idealità dove l'analisi realistica del sentimento si accompagna a sogni fantastici e a evocazioni musicali di grande fascino. Solo negli epitalami, scritti per le cerimonie nuziali delle amiche intervengono toni più variati, dal popolaresco al ridanciano, e spunti più concreti. Anima costantemente questa poesia la vivacità del dialetto eolico, con forme epiche ioniche e risaltanti soprattutto nelle parti narrative.

Liber chronicarum – 1493
di Hartmann Schedel (Norimberga 1440-1514)