Lessico


Solone

da Veterum illustrium philosophorum etc. imagines (1685)
di Giovanni Pietro Bellori (Roma 1613-1696)

Legislatore e poeta ateniese (ca. 630 - ca. 560 aC), a buon diritto collocato fra i Sette sapienti. Diogene Laerzio narra che un giorno Creso, lo stramiliardario re di Lidia, assiso su un trono scintillante e agghindato d’ogni sorta d’ornamenti, domandò a Solone se avesse mai visto qualcosa di più bello. Solone si limitò a replicare che i polli sono vestiti del loro splendore naturale che è di un’incredibile bellezza.

Sebbene la tradizione sia avara di notizie sulla sua persona, Solone è il primo politico del mondo occidentale del cui pensiero etico, politico e religioso si possiede, attraverso i suoi carmi, testimonianza diretta. Dal suo intervento, che ha prodotto una spinta di fondamentale importanza verso lo strutturarsi della polis, la situazione ateniese esce profondamente cambiata nelle sue caratteristiche storiche.

Egli fu stimolo, coscienza e ragione di una classe dirigente in trasformazione, di una società i cui problemi sociali, politici e religiosi erano in duro conflitto. Per antonomasia, il nome di Solone è passato nell'uso comune come sinonimo di legislatore, per lo più con valore spregiativo: i moderni Solone non hanno concluso nulla.

Della produzione poetica di Solone restano solo frammenti. Famose, fra le altre, l'elegia per la riconquista di Salamina, i passi in difesa della propria imparzialità nell'azione politica, quelli contro i nobili e contro i sostenitori di Pisistrato e soprattutto il primo e più lungo frammento, indirizzato alle Muse, in cui Solone descrive gli stati di ignoranza in cui vivono gli uomini e il progresso che si può compiere con la sapienza sotto la protezione degli dei.

Densa di toni oratori e gnomici, scritta in un dialetto omerico alquanto modernizzato, la poesia politica di Solone, che è il primo documento della letteratura ateniese, ebbe grande efficacia educativa.

Creso e Solone – 1624
Gerard van Honthorst
alias Gherardo delle Notti (Utrecht 1590-1656)
Kunsthalle Museum - Hamburg