Lessico


Strangolagalli

Strangolagalli è un comune di circa 2.600 abitanti della provincia di Frosinone (FR), in Ciociaria sulle pendici dei monti Ernici verso la valle del Liri, i cui abitanti sono gli Strangolagallesi. Fu probabilmente sede di un abitato romano, come indicano alcuni resti (tra cui un fregio dorico sembra indicare la presenza di un edificio importante). L'origine del curioso nome è incerta: è molto probabile che derivi dal termine bizantino stróngylos (circolare) e da quello longobardo wall (palizzata), per indicare una località in origine fortificata per mezzo di una palizzata circolare (il che si riconduce alla sua origine di avamposto romano).

Altre etimologie popolari fantasiose riconducono l’origine di tale nome alla leggenda di un assedio in cui il nemico doveva attaccare al cantar del gallo, assalto che pertanto gli abitanti scongiurarono strangolando tutti i galli del circondario. Oppure l'etimologia risale ai racconti di un erudito seicentesco (Antonio Vitalini di Ceprano) che vi poneva la villa di un certo Astragalo Gallo, che sarebbe stato figlio del poeta e politico romano Cornelio Gallo (69-26 aC): il nome stesso di questo Astragalo Gallo è però una sua invenzione, evidentemente derivata dal nome del paese.

Lo stemma del comune è costituito da uno scudo d'argento, dalla volpe rampante, posta a destra, che afferra con entrambe le zampe anteriori il gallo policromo posto a sinistra, forse in ricordo dell’antica leggenda sullo scampato assalto grazie allo strangolamento di tutti i galli.

Caccia al gallo

Torneo di galli e cavalli a Strangolagalli

Singolare manifestazione in cui ogni contrada di Strangolagalli presenta un cavaliere, armato di retino, che deve catturare un gallo nel più breve tempo possibile (o più galli possibile in un dato numero di minuti). Teatro dello scontro è un campo cintato con fondo in terra. La prima edizione si è svolta negli anni '80, la seconda nel 2004, la terza nel 2005, la quarta nel 2007 e la quinta nel 2010. Tale curiosa manifestazione vuole rievocare, in modo scherzoso, un tragico episodio storico che coinvolse anche gli abitanti di Strangolagalli: la resistenza a Carlo VIII, re di Francia, anno 1495.

Tratto dall'episodio storico "Resistenza a Carlo VIII Re di Francia" grazie allo storico locale Corradino Vecchiarelli – [...] Ai primi del 1495, chiamato da Ludovico il Moro in Italia, Carlo VIII si avviava alla conquista del Regno di Napoli, forte di 30.000 soldati e 100 cannoni. Attraversate senza alcuna resistenza le terre dei vari stati italiani, si trovò nel febbraio di quell'anno ai confini del Ducato di Monte San Giovanni. Avendo trovato la via chiusa e sbarrata, inviò due suoi scudieri al Castello per ottenere il passaggio. Per il Re di Napoli il Castello di Monte San Giovanni era una roccaforte avanzata del Regno, capace di frenare i tentativi provenienti dal Nord diretti alla conquista del suo reame. Il Ducato apparteneva allora alla famiglia d'Avalos - d'Aquino che, vincolata dal sangue al Re di Napoli, non poteva ovviamente far passare Carlo VIII. Gli Avalos quindi si preoccuparono di rafforzare le difese del Castello, presidiato da 300 soldati, e chiamarono a raccolta tutta la popolazione per resistere agli attacchi nemici. All'arrivo al Castello dei messi di Carlo VIII, gli animi si eccitarono tanto da rendere i difensori così duri che non solo negarono il passaggio al Re di Francia, ma mutilarono anche orecchie e nasi ai due messi, prima di rinviarli al campo avversario. La  vendetta del Re fu spietata: portatisi con i suoi soldati sul Colle San Marco, tentò di cogliere di sorpresa i difensori della rocca all'arma bianca. Nel frattempo, erano venuti a dare manforte tutti gli abitanti del territorio, compresi gli abitanti di Strangolagalli.

Questi erano i più bellicosi, forti anche del nome del loro paese. Essi pensarono di adottare una tecnica difensiva particolare: a Sud-Est di Strangolagalli c'è una zona in cui confluiscono il ruscello Luzio e il torrente Amaseno con il fiume Liri, denominata la Pescà; questa era l'antica pescheria di San Pietro di Canneto citata in vari documenti nel XV e XVI secolo.

Essa era così importante economicamente, da creare continui litigi e cause tra gli abitanti del luogo, la famiglia d'Avalos - d'Aquino e la Certosa di Trisulti, che ne rivendicava i diritti di possesso o di pesca. Gli abitanti del posto, pescatori d'acqua dolce, usavano delle reti da pesca leggere e non troppo ingombranti. Costoro chiamati alle armi ebbero una geniale idea: usare queste reti per bloccare l'impeto degli assalitori, gettandole su di loro dall'alto delle mura castellane. Durante l'assalto gridavano "gettate le reti, acchiappiamo i galli”.

L'uso delle reti risaliva all'epoca romana durante gli spettacoli circensi con i gladiatori. Si difesero tutti quanti così energicamente da respingere l'attacco dei predoni Galli con gravi perdite del nemico. A nulla valse il coraggio, la bravura, l'intelligenza e l'eroismo di questo popolo, semplice e sprovveduto, contro le prime micidiali armi da fuoco come i cannoni usati. Al secondo attacco, i Galli riuscirono ad aprire una breccia nel muro di cinta del Castello. La vittoria di Carlo VIII sul Castello di Monte San Giovanni ebbe una tale risonanza per cui non ci furono più ostacoli sul suo cammino verso Napoli.

Contrada Campo dei Galli

Secondo Torneo del 2004