Perché Summa Gallicana?

Un bel giorno, dopo ormai due anni di lavoro, mi resi conto che gli intendimenti coi quali avevo cominciato a stilare qualcosa che potesse servire agli Allevatori italiani del pollo, erano andati al di là del previsto.

Come una ciliegia tira l'altra, così una notizia ne richiede spesso un'altra per essere chiarita. Come talora accade, anch’io partii con un intento per poi approdare a una spiaggia mai immaginata: dal nucleo centrale - imperniato sulle varie mutazioni genetiche del pollo - mi ritrovai al Big bang, all'origine dell'Universo.

Non fu un peccato voluto. Le notizie andavano raccogliendosi secondo un filo conduttore del tutto logico, centrato sull'origine e sull’evoluzione del pollo e quindi degli uccelli, dietro ai quali si nascondevano i dinosauri e gli antenati di questi.

Mi ritrovai tra le mani una congerie di dati, e mi accorsi che stavo assemblando tutto lo scibile sul pollo.

La mente volò agli anni del liceo, quando la filosofia mi aveva fatto conoscere San Tommaso d'Aquino che aveva scritto la Summa Theologica.

Mi dissi: perché, allora, non intitolare il trattato Summa Gallicana?

Forse ne aveva tutti i diritti, anche se il termine gallicana non era corretto, essendo solamente un’assonanza con propositi fra il serio e il faceto.

Ma così fu.

Sant'Alberto Magno - nato fra il 1193 e il 1206 in Svevia e detto perciò Teutonico - diede un importante contributo alla zoologia e alla botanica, e fu probabilmente il primo a descrivere l'uovo matreshka. Nel 1941 fu eletto da Pio XII Patrono dei Cultori delle Scienze Naturali. Ma Sant'Alberto era anche stato maestro di San Tommaso.

Veniva a realizzarsi un triangolo del tutto casuale: Lui, insigne naturalista, la Summa Theologica e la Summa Gallicana.

Otto milioni d'anni fa si definì il genere Gallus e pertanto ho scelto questo sottotitolo, per ricordare che il pollo è di almeno circa 4 milioni di anni meno giovane dell'uomo.

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