Ulisse Aldrovandi

Ornithologiae tomus alter - 1600

Liber Decimusquartus
qui est 
de Pulveratricibus Domesticis

Libro XIV
che tratta delle domestiche amanti della polvere

trascrizione di Fernando Civardi - traduzione di Elio Corti - revisione di Roberto Ricciardi

209

 


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Locus [209] vero perfectionis est ipse uterus, cuius forma, ut diximus, plurimum differt ab utero viviparorum. Seminis situm in albumine potius, quam in vitello esse, ex Philosopho etiam manifesto colligitur, cum principium genitale maris in ovo ea parte secerni scribat, qua ovum utero adhaeret. Nemo enim vitellum utero adhaerere dicat, cum id ab albumine ambiatur, ut paulo ante ex ipso Aristotele diximus.

La sede in cui - l’uovo - viene portato a compimento è l’utero stesso, la cui conformazione, come abbiamo detto, differisce moltissimo da quella dell’utero dei vivipari. Dal Filosofo si deduce anche chiaramente che la sede del seme si trova nell’albume anziché nel tuorlo, dal momento che scrive che il principio generatore del maschio viene secreto nell’uovo in quella parte con cui l’uovo aderisce all’utero. Infatti nessuno si permetta di dire che il tuorlo aderisce all’utero dal momento che esso è avvolto dall’albume, come poc’anzi abbiamo detto deducendolo dallo stesso Aristotele.

Cum vero eiusmodi ovorum conceptio admirandum sane naturae artificium demonstret, adeo ut nisi quis ipse speculetur, vix mente id concipere queat, quomodo ova, ut diximus sub septo concepta extra uterum in hunc decidant, augeantur, ac perfecta evadant: itaque communis studiosorum utilitatis causa aliquot Gallinas Excellentissimo D.M. Antonio Ulmo secandas exhibui, qui quinque hisce iconibus totum eiusmodi {negocium} <negotium> clarissime speculandum omnibus proposuit.

Ma dal momento che siffatto concepimento delle uova dimostra effettivamente la meravigliosa abilità della natura, al punto che, se qualcuno non fosse lui stesso a esplorarlo, a stento potrebbe formulare con la mente in quale modo le uova, concepite come abbiamo detto sotto il setto al di fuori dell’utero nel quale vanno a cadere, possano accrescersi e fuoriuscire ultimate: pertanto a vantaggio di tutti gli studiosi ho fornito all'eccellentissimo Signor Marco Antonio Olmo alcune galline per essere sottoposte a dissezione, il quale con queste cinque immagini ha offerto a tutti la possibilità che siffatta intera materia venga esplorata in modo chiarissimo.

 

AA Ova septo transverso subnexa.

AA Uova riunite sotto al setto trasverso.

BB Principium intestini uterini ova a spina decidua primo excipiens.

BB Inizio dell’ovidutto – infundibolo - che è il primo ad accogliere le uova che cadono dalla regione della colonna vertebrale.CC Primi uteri ipsius extensi loculi, in quibus ovum paulo post magnitudinem suam {consequuturum} <consecuturum> albuginis a croceo secretionem subit.

CC Prima sacca dilatata dell’ovidutto stesso – magnum - nella quale l’uovo, che poco dopo raggiungerà la sua specifica grandezza, va incontro alla separazione dell’albume dal tuorlo.

DD Secundi, in quo plene a luteo albumine separato iustam ovum acquirit molem.

DD Seconda sacca dilatata dell’ovidutto – istmo - in cui, con l’albume completamente distinto dal tuorlo, l’uovo acquisisce la grandezza appropriata.

EE Tertia uteri cellula, in qua testa ovi duritiem acquirit.

EE Terza cavità dell’ovidutto – utero - in cui il guscio dell’uovo acquisisce la durezza.

HH Orificium vulvae extremum patulum, per quod ovo perfecto exitus.

HH Orifizio inferiore beante dell’apparato genitale attraverso il quale avviene la fuoriuscita dell’uovo ultimato.

F Oris rima.

F Fessura dell’apertura esterna.

G Inversorum orificii labrorum rugae ac plicae in orbem musculi ductae, qui sphincteris officio fungitur.

G Rughe e pliche delle labbra dell’orificio rovesciate all’interno, disposte sull’anello muscolare che svolge la funzione di sfintere..

II Septum transversum.

II Setto trasverso.

K Ventriculus.

K Stomaco.

 

Prior icon ovorum sub septo conceptorum magnitudinem, et locum, per quem in uterum descendunt, item in quo luteum ab albumine ambitur, necnon etiam ubi testae duritiem acquirunt, aliosque demonstrat locos generationi destinatos, quos simul omnes ex appositis literis disces. Alterae tres subsequentes istaec fere omnia, sed dilucidius ostendunt, nempe qua magnitudine ova a septo in matricem descendant, necnon et uteri protensionem. Ultima solius uteri figura est, demonstratque utrumque eius orificium, per quod scilicet ova sub septo contenta recipiat, item per quod ea postremo excludat.

La prima figura dimostra la grandezza delle uova concepite sotto il setto trasverso e la struttura attraverso la quale scendono nell’addome e nella quale il tuorlo viene circondato dall’albume, e dove acquisiscono anche la durezza del guscio, e dimostra le altre sedi destinate alla generazione e potrai apprenderle tutte simultaneamente dalle lettere apposte. Le altre tre successive figure mostrano praticamente tutte queste cose ma in modo più chiaro, e precisamente con quali dimensioni le uova scendano nell’ovidutto a partire dal setto, come pure l’estensione in lunghezza dell’ovidutto. L’ultima figura è del solo ovidutto e mette in evidenza ambedue i suoi orifici, cioè quello attraverso cui accoglie le uova riunite sotto al setto e parimenti quello attraverso cui infine le lascia uscire.

 

Sed ut ad semen Galli revertamur, principium nempe ovorum generationis, id nostrae mulierculae gallaturam dicunt, Aristoteles sperma[1], non autem χάλαζαν, seu χαλάζιον, quasi aquae guttam dicas in aqua congelatam, pro qua voce Theodorus Gaza grandinem vertit: est autem duplex secundum Aristotelem[2], una, quae parti inferiori ovi est iniecta, maior et ad solem obtegente manu apparet extra putamen: altera quae parte superiori haeret non cernitur nisi fracto putamine, et iniecta parte lutei infra. Hanc autem Aristoteles nihil conferre putat ad generationem: quae res veritati refragari videtur, cum ova quae ea carent, omnia infoecunda sint, quare ego eam cum spermate[3] eandem esse credo. Pro cuius conservatione natura admodum solicita fuit, ovi testam ab ea parte, ubi id continetur duriorem generans: ea autem acuta est, et postremo etiam exit. Quod enim adhaeret id postremo exire convenit, ut citato paulo ante Aristoteles loco docet, cum et alibi monstrasset, luteum mediam ovi partem occupasse, Si quis, inquiens[4], rupto putamine ova plura in patinam excreta excoquit igne molli, et continente, [214] vitelli omnes in medium coeunt: albumina autem {circundant} <circumdant>, et se in oras constituant.

Ma, per tornare al seme del gallo, che è certamente il principio della generazione delle uova, le nostre donne di campagna lo chiamano gallatura, Aristotele sperma, ma non chálaza – grandine - oppure chalázion – piccola cisti, come se tu volessi dire una goccia d’acqua congelata dentro all’acqua, parola che Teodoro Gaza traduce con grandine: in realtà secondo Aristotele è duplice, una che si trova verso la parte inferiore dell’uovo - polo acuto, che è di dimensioni maggiori e che è visibile al di là del guscio puntando verso il sole e facendosi schermo con la mano: l’altra, che aderisce alla porzione superiore - polo ottuso, non si riesce a scorgerla se non dopo aver rotto il guscio e dopo aver spostato in basso la porzione del tuorlo. Ma Aristotele ritiene che questa goccia non contribuisce per nulla alla generazione: è chiaro che ciò si contrappone al vero, dal momento che le uova che ne sono prive sono tutte quante infeconde, per cui io sono dell'avviso che essa corrisponde al seme - disco germinativo o discoblastula. Al fine di conservarla, la natura è stata molto sollecita, realizzando il guscio dell’uovo più duro da quella parte dove essa è contenuta: infatti questa parte è appuntita e fuoriesce anche per ultima. Ciò che infatti aderisce è opportuno che esca per ultimo, come dice Aristotele nel passaggio poc’anzi citato, avendo anche indicato in un altro punto che il tuorlo occupa la parte centrale dell’uovo dicendo Se dopo aver rotto il guscio si cuociono a fuoco basso e continuo parecchie uova adagiate separatamente in una padella, tutti i tuorli si radunano verso il centro: infatti gli albumi si mettono all’intorno e si dispongono alla periferia.

 


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[1] Per la struttura dell’uovo vedi il lessico alla voce Uovo.

[2] Historia animalium VI,2, 560a 28-29: Il bianco e il giallo sono tenuti separati l’uno dall’altro da una membrana. Le calaze che si trovano alle estremità del giallo non contribuiscono per nulla alla generazione, come alcuni suppongono; sono due, una in basso e una in alto. (traduzione di Mario Vegetti) - Il sostantivo femminile χάλαζα significa grandine; per analogia morfologica significa anche nodulo, piccola cisti, orzaiolo. Il sostantivo neutro χαλάζιον è diminutivo di χάλαζα e significa piccola cisti. Infatti il calazio umano è una neoformazione cistica di carattere benigno che si localizza nello spessore di una palpebra e che si forma in conseguenza dell'ipertrofia e degenerazione epiteliale delle ghiandole di Meibomio. Meibomius, in tedesco Heinrich Meibom, fu un medico ed erudito tedesco (Lubecca 1638 - Helmstedt 1700). Filologo e umanista, è noto soprattutto per la scoperta delle ghiandole sebacee situate nelle palpebre, tra il tarso palpebrale e la congiuntiva, e che da lui hanno preso il nome.

[3] Vedi il lessico alla voce Embrione di pollo.

[4] Historia animalium VI,2, 560a: A proposito del giallo e del bianco, avviene anche [560b] questo: toltine un certo numero dai gusci e versatili in un recipiente, se li si fa cuocere lentamente, a fiamma bassa, tutto il giallo si concentra in mezzo, e il bianco lo avvolge tutto intorno. (traduzione di Mario Vegetti)