Ulisse Aldrovandi

Ornithologiae tomus alter - 1600

Liber Decimusquartus
qui est 
de Pulveratricibus Domesticis

Libro XIV
che tratta delle domestiche amanti della polvere

trascrizione di Fernando Civardi - traduzione di Elio Corti

352

 


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Nonnulli praeterea quibusvis morbis, capitis [352] praesertim, et frigidis, et cum virium imbecillitate, destillatas eiusmodi Caporum aquas laudant. Ornithologus se colicis affectibus prodesse expertum aliquando tradit, iis maxime, qui flatuosi sunt. Aqua enim destillata aphysos[1] redditur, ut non amplius inflet, si recte parata fuerit. Adijcientur autem medicamenta alia, atque alia a perito medico pro affectuum varietate. Sed istaec de carnis, iurisque usu dicta sufficiant.

Inoltre alcuni decantano le acque di cappone così distillate in qualunque malattia, soprattutto della testa, sia di natura fredda che accompagnate da spossatezza. L’Ornitologo riferisce di aver talora sperimentato che giovano nelle malattie del colon, soprattutto a coloro che presentano flatulenza. Infatti l'acqua distillata diventa incapace di dare flatulenza, affinché non faccia ulteriormente gonfiare, a patto che sia stata preparata correttamente. Infatti dal medico esperto verranno aggiunti tipi diversi di farmaci  a seconda del tipo di patologia.. Ma accontentiamoci di ciò che ho detto sull’impiego della carne e del brodo.

Adipis peculiaris quaedam in colico affectu vis est, si Ornithologo credimus, qui ex libro manuscripto virum quendam nobilem in hoc malo post multa remedia frustra tentata, liberatum tandem attestatur epoto cyatho (duarum, aut trium unciarum) pinguedinis Capi pinguis decocti in aqua, (ut fit ad cibum) absque sale: oportet autem, inquit, pinguedinem iuri innatantem separatam bibere quam calidissimam.

Nelle coliche intestinali il grasso possiede un certo straordinario potere, se crediamo all’Ornitologo, il quale in base a un libro manoscritto attesta che un nobile signore dopo che in tale malattia erano stati inutilmente tentati numerosi rimedi, ne venne finalmente liberato dopo aver bevuto una coppa (di due o tre once - circa 50-75 g) di grasso di un cappone obeso cotto in acqua (come si fa per preparare un cibo) e senza sale: tuttavia è necessario, soggiunge, che il grasso che galleggia sul brodo venga bevuto separatamente e il più caldo possibile.

Marcellus[2] vero ei, qui patitur varices, sevi hircini selibram, et adipis e Capo libram simul permiscet, et in linteo die Iovis c{a}eroti more apponi iubet, et potenter subvenire pollicetur. Sed tale medicamentum non caret superstitione: cur enim die Iovis potius, quam alio exhibet? Obscurus quidam ad fistulam, cum emortua est (sic loquitur, hoc est, ut mihi videtur[3], cum nullus in ea dolor persentitur) pelliculam interiorem ventriculi Capi, quae abijci solet[4], in sole torrefactam terit, et inspergit.

E Marcello Empirico per una persona che soffre di varici mescola mezza libbra [163,72 g] di grasso di caprone con una libbra [327,45 g] di grasso di cappone e prescrive che, messo in un telo di lino, venga applicato a mo’ di cerotto di giovedì – il giorno di Giove, e garantisce che aiuta enormemente. Ma un tale medicamento non è scevro da superstizione: perché lo dà di giovedì anziché un altro giorno? Un autore sconosciuto per una fistola, quando è entrata in una fase silente (lui si esprime così, cioè, a mio avviso, quando non viene più percepito alcun dolore) trita e cosparge la membrana interna dello stomaco del cappone - la membrana di coilina - fatta essiccare al sole, che abitualmente viene gettata via.

Sunt qui ossa crurum compositis ad alba mulierum profluvia medicamentis admisceant. Graeci asserunt fabae semina Caporum sanguine macerata ab adversantibus herbis immunia fore, et si pridie quam seruntur aquae simplici infusa fuerint, citius nascitura{s}: sin nitratae aquae, difficilem coctionem non habitura{s}. Sed haec ad agricolas, non ad medicos pertinent.

Alcuni mescolano le ossa delle gambe a medicamenti compositi contro la leucorrea delle donne. I Greci asseriscono che i semi di fava. macerati nel sangue di cappone diventeranno immuni dalle erbe infestanti, e se il giorno prima di essere seminati saranno messi a bagno in acqua semplice nasceranno più in fretta: se invece saranno messe a bagno in acqua con salnitro non saranno difficili da digerire. Ma queste cose riguardano gli agricoltori, non i medici.

Finis Libri Decimiquarti.

Fine del libro quattordicesimo.


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[1] L’aggettivo greco maschile e femminile áphysos significa non ventoso, non flatulento.

[2] De medicamentis empiricis, physicis ac rationalibus liber.

[3] Non per essere pignoli come al solito, ma colui al quale è così sembrato – e ben 45 anni prima di Aldrovandi – fu Conrad Gessner Historia Animalium III (1555), pag. 414: Ad fistulam cum emortua est, (hoc est, ut mihi videtur, cum nullus in ea doloris sensus superest,) pelliculam interiorem de ventriculo capi quae abiici solet [...].

[4] È la membrana di coilina di cui si è parlato a pagina 199 e 281.