Vol. 1° -  VIII.12.2.a.

Gli Olmechi

Le tribù del Messico, tra cui dobbiamo includere la progredita cultura urbana degli Aztechi, discendono da una più antica cultura madre: quella degli Olmechi, popolo altamente sviluppato ma privo di scrittura.

Fu Bernardino di Sahagún nella prima metà del sec. XVI a dare questo nome agli indigeni che vivevano nella giungla costiera del Golfo del Messico e che significa popoli del caucciù. Essi fiorirono tra il 1800 e il 300 aC, molto famosi per la loro arte monumentale che comprende non solo le ben note teste olmeche in basalto, ma anche incisioni fatte nella terra e innumerevoli stelae, che erano pietre incise verticalmente.

Alcuni archeologi sostengono poi che il raffinato sistema astrologico dei Maya derivi da quello degli Olmechi.

Il mais, che intorno al 1500 aC divenne la base alimentare di popoli prima nomadi e cacciatori, migrò dal Messico in direzione nord e segnò l’inizio di un rapido sviluppo. La maggior parte dei principati nordamericani consisteva in comunità agricole, tranne lungo la costa nordoccidentale lambita da mari eccezionalmente pescosi.

Recenti studi di Xu - in Olmec origins, 1996 - dimostrerebbero che gli Olmechi sono dei rifugiati del 1100 aC in seguito al collasso della dinastia Shang. Questa antica dinastia cinese, che secondo una cronologia non da tutti accettata regnò sulle regioni degli attuali Shantung e Shansi dal 1776 al 1111 aC (il primo Stato cinese storicamente documentato), fu caratterizzata da un altissimo livello che unitamente alla scrittura recò alla Cina una raffinata arte del bronzo.

Così i glifi riferiti agli Olmechi sono stati finalmente interpretati e appartengono alla dinastia Shang.

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