Vol. 1° -  IX.8.8.

L’origine dell’Araucana

8.8.a. I personaggi di questo capitolo

Pedro Alvares Cabral nacque in Portogallo, a Belmonte, intorno al 1460. Nel marzo del 1500 fu incaricato da re Manoel I di una spedizione in India. Partito con 13 navi, raggiunse le Canarie e le isole del Capo Verde, e da qui, a causa di un fortunale che lo sospinse a ovest, giunse il 22 aprile sulle coste del Brasile poco sotto Salvador de Bahia, a Capo Seguro. Ritenne il Brasile un’isola e gli diede il nome di Terra di Vera Cruz. Da qui partì per doppiare il Capo di Buona Speranza, raggiunse Calicut in India stabilendovi una base commerciale e fondandone un'altra a Cochin. Fece ritorno a Lisbona nel giugno del 1501 con sole 6 navi. Si spense presso Santarém intorno al 1520, secondo altri nel 1526.

Ferdinando Magellano, il cui vero nome era Fernão de Magalhães, nacque nel 1480 in Portogallo, a Sabrosa, nella provincia di Trás-os-Montes. Spinto dai suggerimenti dell'amico Francisco Serrão, progettò di raggiungere le Molucche percorrendo la via occidentale, cercando così un passaggio verso il Pacifico nell'America meridionale. La spedizione fu composta sotto l'egida di Carlo V di Spagna: cinque navi con 265 uomini partirono da Sanlúcar de Barrameda - sul Guadalquivir - il 20 settembre 1519. Dopo una lunga e minuziosa esplorazione delle coste americane, Magellano riuscì a raggiungere lo stretto che battezzò col nome de Todos Santos, esplorato dal 21 ottobre al 27 novembre 1520. Con sole tre navi - una era naufragata e l'altra si era ammutinata - veleggiò attraverso quel tranquillo mare che denominò Pacifico, giungendo a Guam nelle Marianne, distante circa 20 gradi di longitudine dalla meta prefissata delle Molucche e posta a 13 gradi nord anziché all'equatore. Si spinse nelle Filippine e qui fu ucciso dagli indigeni nel 1521, sull’isola di Mactan. Fu il primo viaggio intorno al Mondo condotto a termine con una sola nave, la Victoria, comandata da Elcano, che riapprodò a Sanlúcar il 6 settembre del 1522. Tra i 18 superstiti della spedizione c’era Antonio Pigafetta, un gentiluomo vicentino che in qualità di criado, cioè di addetto alla persona, seguiva il capo della spedizione, ed è a lui che si deve l’unica testimonianza diretta di tutto il viaggio. Lo stretto di Magellano permette ai naviganti di evitare i pericoli di capo Horn, dalla grafia inesatta in quanto prese il nome dalla bella cittadina olandese di Hoorn, che diede i natali a Schouten, il quale, insieme a Le Maire, doppiò quest'isola sterile e rocciosa nel 1615.

Poco si sa delle origini e della vita di Antonio Pigafetta (Vicenza  1480/91 ca. 1485 - ca. 1534). Dopo aver compiuto un duro tirocinio sulle navi dei Cavalieri di Rodi, nel 1519 fu a Barcellona al seguito di un'ambasceria pontificia e qui chiese ed ottenne da Carlo V il permesso di partecipare alla spedizione di Magellano. I suoi appunti di viaggio - Relazione del primo viaggio intorno al mondo - furono portati a termine nel 1525, divennero ben presto famosi per l'accuratezza dei dati e restano tuttora uno dei documenti più vivi, profondi e obiettivi della storia delle esplorazioni.

Di Caboto ne sono esistiti due, entrambi navigatori: Giovanni, forse nativo di Genova, che divenne cittadino veneziano e quindi si trasferì in Inghilterra; nel 1497 partì da Bristol con una nave e 18 uomini per tentare l'impresa di Colombo più a settentrione, toccando le coste dell'America forse a Terranova; nel viaggio del 1498 toccò il Labrador giungendo forse fino alla latitudine di New York e morì nello stesso anno. Suo figlio Sebastiano nacque a Venezia intorno al 1480 e rimase al servizio dell'Inghilterra fino al 1512, indi passò alla Spagna dove ebbe l'incarico di piloto mayor di Castiglia. Tra il 1526 e il 1530 compì la sua più importante impresa partendo con 4 navi da San Lúcar diretto alle Molucche ma, perduta la nave capitana e costretto a cambiare rotta, si diresse al Rio de la Plata esplorando il fiume sin oltre la confluenza col Paraguay; l'eccidio di 17 compagni da parte degli indigeni lo costrinse a retrocedere (1528). Ritentò l'anno seguente la risalita del Paraguay ma le sua basi furono distrutte dagli indios e ritornò sui suoi passi; stanco delle invidie e gelosie spagnole, rientrò in Inghilterra nel 1548 e si spense a Londra nel 1557.

Interessante l'origine del nome Rio de la Plata: nel 1513 un capitano portoghese, Esteban Froes, navigando in direzione sud trovò un coltello d'argento, probabilmente inca, presso un grande fiume che egli subito denominò fiume d'argento (plata in castigliano e prata in portoghese significano argento) anche se furono poi gli Spagnoli a condurre a termine l'esplorazione alla ricerca del metallo.

Il Verzino: in Occidente, prima della scoperta dell’America, era chiamato verzino o brasile il legno della Caesalpinia sapan, detto anche, per il suo colore, legno di brace. Nel Medioevo veniva importato in Europa soprattutto dall’India e dall’Indocina attraverso i mercati egiziani. Quando lungo le coste atlantiche dell'America Meridionale i Portoghesi trovarono alberi dal caratteristico color rosso brace, li ritennero identici a quelli già noti, e poiché erano molto diffusi in quelle regioni, diedero al Paese, prima designato da Cabral come Terra di Vera Cruz, il nome di Terra del Verzino e poi Brasile. Si trattava della Caesalpinia echinata.

Mentre verzino è parola derivata dall’arabo wars, che è il nome di una pianta tintoria, brasil non deriva dal latino come afferma Hemming, secondo il quale in questa lingua significherebbe rosso; nel dizionario del Georges ho trovato solamente: "braces, is, f., termine gallico grano bianco; latino puro sandala, Plinio". Credo che la seconda accezione si riferisca al legno di sandalo. Sembra quasi che in questo libro si respiri una costante aria maniacale a sfondo etimologico. Tale sensazione, dovuta ai continui riferimenti sull'origine delle parole, è effettivamente una mania personale che ritengo tuttavia utile. La mania si trasforma in aperta polemica di sapore isterico quando si incontrano autorevoli studiosi che non hanno avuto l'avvertenza di confrontare le notizie ricevute da chissachì. Nel caso in esame, brasil riconosce questa sequenza etimologica: brasa >>> braise >>> brésil. Brasa è parola germanica che indica carbone ardente, braise è la grafia francese che poi è stata adattata all'aggettivo brésil, anch'esso francese. La lingua lusitana, che ha molto in comune col francese, ha trasformato l'aggettivo secondo il suono germanico, cioè in brasil.

Ecco le caratteristiche della Caesalpinia echinata: corteccia grigia, foglie perenni, fiori giallo intenso, non molto dissimile dalla quercia, però fornitrice di un’ottima tinta marrone rossiccio, quasi color brace, detta quindi in portoghese pau brasil, cioè palo rosso brace. Il legno appena tagliato è color crema, ma subito dopo diventa rosso scuro, quasi ocra. Il rosso era allora di moda, specie presso la Corte Francese; anche se non era un colorante stabile, servì ottimamente a giustificare le traversate oceaniche per un costante approvvigionamento. Prima della scoperta dei coloranti anilinici, i procedimenti di estrazione della brasileina - composto di tipo flavonico di colore rosso - si basavano su alberi appartenenti al genere Caesalpinia. Questo legno è oggi richiesto per lavori di fine falegnameria e per strumenti musicali.

È quasi superfluo citare nuovamente l’ipotesi di Darwin, accettata da molti anche se priva di fondamento, che tutte le razze di Gallus domesticus derivano unicamente dal Bankiva. Un’altra controversia, che ovviamente coinvolge la genetica, è la presenza o l’assenza di polli precolombiani nelle Americhe, nonostante esistano prove schiaccianti dell’introduzione ripetuta di polli asiatici attraverso le coste occidentali sudamericane molto prima dell’arrivo degli Spagnoli.

Come ancora fa notare Carter, col quale concorda Cawley, per denominare il pollo le varie tribù di Amerindi usano vocaboli che non hanno nessuna rispondenza in spagnolo e in portoghese. A parte le protoforme *wallpa e *atawallpa appena analizzate, una radice usata da una parte delle tribù sudamericane è simile al termine hindu kara. Inoltre tra gli indiani Tarahumara, pur appartenendo il loro idioma all'Uto-Azteco, il pollo viene detto totori, tototl, totolin, parola di esplicita origine giapponese. Nel Venezuela settentrionale i polli non erano presenti quando giunsero gli Spagnoli, per cui le popolazioni locali ricevettero il pollo dall’Europa e il nome odierno usato dagli Amerindi di quell’area venezuelana deriva da gallo e gallina, termini iberici.

 

Fig. IX. 23 - La circumnavigazione del Globo guidata da Magellano - un po' stilizzata - alla quale partecipò Pigafetta: la partenza avvenne da Sanlúcar de Barrameda il 20 settembre 1519, e il 6 settembre 1522 fecero ritorno al porto di partenza solo 18 di 265 uomini. Magellano morì sull’isola filippina di Mactan nel 1521 ucciso dagli indigeni, esasperati dagli esosi tributi.

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