Lessico


Esiodo

Esiodo e una Musa - 1891
di Gustave Moreau (Parigi 1826-1898)

In greco Hësíodos. Poeta greco arcaico (forse metà del sec. VIII aC), la prima personalità poetica di cui si abbiano notizie storiche. Nacque ad Ascra in Beozia, dove il padre, originario di Cuma, aveva ottenuto delle terre da dissodare alle falde dell'Elicona. Esiodo lavorò i campi paterni col fratello Perse, ma la divisione dell'eredità provocò tra i due una lite, vinta da Perse con la corruzione dei giudici.

Il pigro Perse non sfruttò i suoi poderi, cadde in miseria e minacciò di intentare al poeta un nuovo processo. Per dargli migliori consigli e dissuaderlo dal suo proposito Esiodo compose un poemetto, Le opere e i giorni. Egli infatti esercitava anche la professione dell'aedo e come tale vinse una gara poetica a Calcide, nell'Eubea.

da Veterum illustrium philosophorum etc. imagines (1685)
di Giovanni Pietro Bellori (Roma 1613-1696)

Le leggende posteriori parlano anche di una sua tenzone con Omero. Morì ad Ascra, ma a Naupatto si pretendeva che il corpo del poeta, ucciso in un agguato durante un viaggio e buttato in mare, fosse miracolosamente approdato sulle coste di quella città, e là seppellito.

Comunemente si riconoscono come suoi tre brevi poemi: Teogonia, Le opere e i giorni, Lo scudo (Aspìs = scudo); ma l'antichità gliene attribuiva molti altri, tra cui un Catalogo delle donne noto anche come Eee e alcuni sull'arte divinatoria.

Lo scudo narra in 480 versi il mito di Cicno figlio di Ares (Marte), che viene ucciso da Eracle o Ercole, protetto da Atena; metà dell'opera è però riservata alla descrizione dello scudo di Eracle stesso, con un procedimento così scoperto di imitazione omerica (descrizione dello scudo di Achille nel XVIII canto dell'Iliade), da far credere ai più che il poemetto, oltretutto scadente, non sia opera di Esiodo, ma di qualche aedo posteriore.

da Veterum illustrium philosophorum etc. imagines (1685)
di Giovanni Pietro Bellori (Roma 1613-1696)