Lessico


Ausonio
Decimus Magnus Ausonius

Poeta della tarda latinità (Burdigala, odierna Bordeaux, ca. 310 - dopo il 393). Professore di retorica prima a Tolosa e poi nella città natale, nel 365 fu chiamato dall'imperatore Valentiniano I alla corte di Treviri come precettore di Graziano che, divenuto imperatore, lo nominò console per l'anno 379.

Morto Graziano nel 383, Ausonio si ritirò nella sua città. Fu cristiano, ma la sua cultura e la maggior parte della sua opera sono di ispirazione profana: di argomento cristiano sono solo pochi carmi, come i Versus Paschales, che chiudono gli Epigrammi, e un'orazione che fa parte dell'Ephemeris. Milano ne ha onorato la memoria ponendo una statua di Ausonio sulla facciata delle Scuole Palatine nonché intitolandogli una strada, Via Ausonio.

Ed ecco una boutade etimologica circa il significato di Ausonio. Nelle fonti antiche gli Ausoni – in greco Áusones e Ausónioi, in latino Ausones e Ausonii - erano gli abitanti dell'Italia meridionale, dal Lazio alla Calabria, appartenenti allo stesso gruppo linguistico degli Italici. La denominazione Ausoni è talora usata a indicare un gruppo etnico osco, occupante l'area tra il Lazio e la Campania, talaltra dai poeti è riferita a tutta l'Italia antica. Ma il nostro Ausonio era di Bordeaux. Per cui non possiamo escludere che Ausonius derivi dal sostantivo latino ausus che significa impresa ardita, quindi persona ardita, essendo ausus il participio perfetto del verbo audeo = osare, ardire. Insomma, una variante o un equivalente di Andrea, derivato dal greco andreía (virilità, coraggio) a sua volta derivato da anër/andrós, il maschio, il macho, la cui etimologia è condivisa dalla calabrese 'ndrangheta.

Tra la sua vasta produzione, in massima parte in versi, alita un soffio di poesia nella raccolta intitolata Bissula, dal nome della schiava germanica teneramente amata da Ausonio, e nella Mosella, vivida descrizione del paesaggio lungo le rive di questo fiume.

Hanno valore di testimonianze sulla vita e l'ambiente del poeta le Epistulae, per lo più in versi; l'Ephemeris, otto carmi sulle occupazioni della giornata; i Parentalia, 30 epigrammi per i morti della famiglia di Ausonio; la Commemoratio professorum Burdigalensium, che rievoca i maestri di Burdigala; gli Epigrammi.

Il resto è solo poesia di scuola e saggio dell'educazione retorica di Ausonio: le artificiose poesiole del Technopaegnion; il Cupido cruciatus, che descrive Cupido torturato da eroine che soffrono per amore; gli Epitaphia, per gli eroi che combatterono a Troia; le Eclogae, su temi eruditi e filosofici. Caratteristico è il Centone nuziale, un mosaico di frasi virgiliane piegate a significare i momenti della festa nuziale fino a toccare punte di sfrenata lubricità.

Decimo Magno Ausonio

Decimo Magno Ausonio (Burdigala, 310 – Burdigala, 395 circa) è stato un poeta latino. Ausonio nacque probabilmente a Burdigala, oggi Bordeaux, attorno al 310 dC, ma studiò sin da giovane a Tolosa. Ebbe un'eccellente educazione in grammatica e in retorica, ma non riuscì mai ad avere una certa affinità con la lingua greca. Fu poi avvocato, ma il grande poeta latino detestava questa professione e volle dedicarsi all'insegnamento. Nel 334 fondò a Burdigala una scuola di retorica destinata a diventare molto famosa al suo tempo. Il suo allievo più brillante fu Paolino di Nola, futuro vescovo di Nola.

Ausonio era considerato uno degli uomini più dotti della sua epoca; così l'imperatore Valentiniano I dopo trent'anni d'insegnamento lo chiamò a Roma come precettore del figlio Graziano. Per riconoscenza verso il maestro Graziano lo insegnì dei più alti titoli e dei maggiori onori. Nel 379 infatti Ausonio divenne console con Quinto Clodio Ermogeniano Olibrio. Prese parte alla campagna militare contro gli Alamanni e ottenne come premio una giovane sueba chiamata Bissula, alla quale dedicò successivamente un'opera poetica.

Morto Graziano nel 383, Ausonio tornò a Burdigala. Lì venne a contatto con la religione cristiana e secondo alcuni si convertì. Morì nella sua città natale attorno al 395. Milano ne ha onorato la memoria ponendo una statua di Ausonio sulla facciata delle Scuole Palatine nonché intitolandogli una strada, Via Ausonio.

Il poema Mosella, minuzioso resoconto di viaggio in versi, è considerato da molti il suo capolavoro, ma ha scritto anche molti epigrammi in memoria dei parenti defunti ed epitaffi, come i Parentalia. Scrisse inoltre un'orazione dedicata a Graziano, lettere in versi e in prosa che furono dirette e redatte da Paolino di Nola e diverse altre cose in diversi altri generi.

Le sue opere sono solo oggi lodate dai critici contemporanei, ma al tempo di Ausonio erano considerate poco originali pur essendo scritte in modo scorrevole e chiaro: per questo non rientra tra i più apprezzati autori della Letteratura Latina.

Decimus Magnus Ausonius

Decimus Magnus Ausonius fuit poeta et praecepetor principum Gallus et Romanus qui circa annum 310 Burdigalae natus est et circa annum 393 ibi etiam mortuus est. Tolosae grammaticae et arti rhetoricae studuit. Usque ab 345 ibi magister grammaticae et rhetoricae erat. Inter discipulos fuerunt Paulinus futurus episcopus Nolae. Caesar futurus imperii occidentalis Valentinianus I, cuius frater Valens orientem regnabat, Ausonium anno 365 Augustam Treverorum appellavit ut ad domum regiam maximum natu filium Gratianum educeret. Post expeditionem anno 368 puella Alamannica Bissula nomine praeda potitus est, quam poemate cecinit.

370 Comes,
375 Quaestor sacri palatii
378 praefectus Galliis factus est et
379 consul erat.

Gratiano anno 383 trucidato Ausonius patriam reversus litteris studebat. 393 Burdigalae in urbe patria mortuus est.

Amicus Quinti Aurelii Symmachi erat qui religionem paganam sequebatur. Anno 371 Mosellam flumen et Busillam puellam Alemannicam cecinit et hoc in cantu viam inter Bingium et Augustam Treverorum descripsit qua anno 368 vectus erat. Haec via hodie via Ausoniana appellatur. Ad viam oppida Belginum et Dumnissus sunt.

Decimus Magnus Ausonius

Monument to Ausonius in Milan - Scuole Palatine

Decimus Magnus Ausonius (ca. 310-395) was a Latin poet and rhetorician, born at Burdigala (Bordeaux)  in ca. 310. His father was a noted physician of Greek ancestry and his mother was descended on both sides from long-established aristocratic families of southwestern Gaul. Ausonius was given a strict upbringing by his aunt and grandmother, both named Aemilia. He received an excellent education, especially in grammar and rhetoric, but professed that his progress in Greek was unsatisfactory. Having completed his studies, he trained for some time as an advocate, but he preferred teaching. In 334, he established a school of rhetoric in Bordeaux, which was very popular. His most famous pupil was St. Paulinus of Nola, who later became Bishop of Nola.

After thirty years of this work, he was summoned by Valentinian to the imperial court to teach Gratian, the heir-apparent. The prince greatly respected his tutor, and after his accession bestowed on him the highest titles and honours that any Roman (besides from the royal family) could attain, culminating in the consulate in 379. Ausonius also took part in a military campaign against the Alamanni, in 375, and then later he received the Suebian slave girl Bissula as his part of the booty; he later addressed a poem to her.

After the murder of Gratian in 383, Ausonius retired to his estates near Burdigala (now Bordeaux) in Gaul. These supposedly included the land now owned by Château Ausone, which takes its name from him. He appears to have been a late and perhaps not very enthusiastic convert to Christianity. He died about 395.

Although much admired by his contemporaries, the writings of Ausonius have not since been ranked among Latin literature's best. His style is easy and fluent, and his Mosella is still widely appreciated for its description of life and scenery along the River Moselle. Overall, however, he is generally considered derivative and unoriginal. Edward Gibbon observed in the third volume of his Decline and Fall of the Roman Empire that "the poetical fame of Ausonius condemns the taste of his age." However, he is frequently cited by historians of winemaking, as his works give early evidence of large-scale viniculture in the now-famous wine country around his native Bordeaux.

An interesting little work of his is the "Cento Nuptialis," translated as "A Nuptial Cento" by H.G. Evelyn-White for Loeb Classical Library. Composed entirely of citations from Virgil, the poem celebrates a wedding culminating in a Defloration of great virtuosity and obscenity:

"Back and forth he plies his path and, the cavity reverberating, / thrusts between the bones, and strikes with ivory quill. / And now, their journey covered, wearily they neared / their very goal: then rapid breathing shakes his limbs / and parched mouth, his sweat in rivers flows; / down he slumps bloodlesss; the fluid drips from his groin."

His writings are also remarkable for mentioning, in passing, the working of a water mill sawing marble on a tributary of the Moselle, as it happens in Mosella:

361 Nobilibus Gelbis celebratur piscibus: ille
       praecipiti torquens cerealia saxa rotatu,
       stridentesque trahens per laevia marmora serras,
364 audit perpetuos ripa ex utraque tumultus.

       Renowned is Gelbis for glorious fishes,
       that other – the river Erubrus - grinding the cereals by furiously turning the mill-stones,
       and driving the shrieking saws through smooth blocks of marble,
       and both banks hear their ceaseless din.

Modern reconstruction of Sutter's Mill in California

The excerpt sheds new light on the development of Roman technology for using water power for different applications. It is one of the rare mentions in Roman literature of water mills used to cut stone, but is a logical consequence of the application of water power to mechanical sawing of stone (and presumably wood also). Earlier references to the widespread use of mills occur in Vitruvius in his De Architectura of circa 25 BC, and the Naturalis Historia of Pliny the Elder published in 77 AD. Such applications of mills were to multiply again after the fall of the Empire through the Dark ages into the modern era. The mills at Barbegal in southern France are famous for their application of water power to grinding grain to make flour and were built in the first century AD and consisted of 16 mills in a parallel sequence on a hill.

The construction of a saw mill is even simpler than a flour or grinding mill, since no gearing is needed, and the rotary saw blade can be driven direct from the water wheel axle, as the example of Sutter's Mill in California shows.

Le Scuole Palatine

Ricerche di un milanese DOC
Fernando Civardi

L'odierno Liceo Ginnasio Statale intitolato al poeta Giuseppe Parini (Bosisio, Como, 1729 - Milano 1799) si trova a Milano in Via Goito 4. Come tutte le istituzioni milanesi che hanno un rapporto con l'educazione della gioventù, questo liceo può essere considerato una continuazione delle Scuole Palatine. Già celebri ai tempi di Augusto, al tempo della rivoluzione francese mutarono il titolo in quello di Liceo (la scuola filosofica fondata da Aristotele ad Atene verso il 334 aC) a imitazione delle scuole classiche francesi, e ricevettero un nuovo ordinamento.

Ingresso principale del Liceo Ginnasio Statale Giuseppe Parini nel 1935

Ingresso principale del Liceo Ginnasio Statale Giuseppe Parini poco dopo l'inaugurazione del nuovo edificio. Si notano la R. (regio) e i fasci littori che testimoniano il periodo storico, o forse meglio l'Era, in cui la nuova sede fu edificata. Questi simboli sono stati rimossi e una corona di alloro ricorda il sacrificio di Giovanni Battista Mancuso, figlio del custode del Liceo, caduto pochi mesi prima della Liberazione.

Le Scuole Palatine, così denominate dal Palazzo Imperiale presso cui avevano sede, erano già fiorenti con Augusto, visitate e frequentate da Catullo, Ovidio, Valerio Massimo e Virgilio. Con l'invasione longobarda e successivamente dei Franchi, essendo diventata Pavia centro degli studi, subirono un lungo periodo di decadenza che, dopo breve fioritura sotto i Visconti, continuò durante la dominazione spagnola. Più tardi il governo di Maria Teresa d'Austria (1717-1780) restituì alle Scuole Palatine l'antico splendore (trasportate fin dal tempo dei Visconti in un palazzo del Broletto Nuovo), chiamandovi a insegnare gli uomini più celebri nelle scienze e nelle lettere, quali il Landriani per la fisica, il Frisi per la matematica, il Soave per la filosofia, il Beccaria e il Romagnosi per l’economia politica e il Parini per l’eloquenza.

Sulla piazzetta dei Mercanti, di fronte alla facciata del Palazzo della Ragione, sorge l’edificio delle Scuole Palatine e del Collegio dei Fisici quale venne costruito da Carlo Buzzi nel 1644–45 sul sito del portico di Azzone (1337) dopo l’incendio del 1644. Di questo palazzo del Buzzi, modificato nel 1809 e nel 1878, resta solo la facciata, anch'essa largamente integrata nel 1896 da Borsani e Savoldi.

Sopra il voltone di accesso a via Orefici, la statua barocca rappresenta Ausonio, il poeta latino del IV secolo, la cui lapide a sinistra riporta i versi dedicati al fasto di Mediolanum, mentre la lapide di destra celebra il Prefetto spagnolo della città - Petrus Georgius Burrus - che costruì l’edificio.

Al centro del palazzo, in alto, una statua molto simile a quella di Ausonio rappresenta invece Sant’Agostino, che la tradizione vuole fosse docente di retorica in queste antichissime scuole, prima della sua conversione al Cristianesimo ad opera di Sant’Ambrogio. Ambedue le statue sono opera di Giovan Pietro Lasagna, attivo nella prima metà del XVII secolo.

Milano fu capitale dell’Impero Romano d’Occidente dal 286 al 402 d.C.. Il poeta Decimo Magno Ausonio, già precettore e poi protetto dell’imperatore Graziano, definì nel tardo quarto secolo Mediolanum come la seconda Roma. Eccone l’elogio contenuto in Ordo Urbium Nobilium - 5 Mediolanum:

Et Mediolani mira omnia, copia rerum,
innumerae cultaeque domus, facunda virorum
ingenia, et mores laeti: tum duplice muro
amplificata loci species, populique voluptas
circus, et inclusi moles cuneata theatri,
templa, Palatinaeque arces, opulensque Moneta,
et regio Herculei celebris sub honore lavacri,
cunctaque marmoreis ornata peristyla signis,
moeniaque in valli formam circumdata labro.
Omnia quae magnis operum velut aemula formis
excellunt, nec iuncta premit vicinia Romae.

Tutto è meraviglioso a Milano: la dovizia di ogni cosa,
il numero e l’eleganza dei palazzi d’abitazione, l’indole affabile della gente;
il vivere lieto; poi la bellezza del luogo, che si estende entro doppia cinta di mura;
e, passione del popolo,
il circo e l’imponenza dell’arcuato teatro;
i templi, la rocca Palatina e l’opulenta Zecca;
il recinto sempre affollato delle Terme consacrate ad Ercole;
i peristilii tutti quanti ornati di fregi marmorei;
e le mura, circondate di fosso come un vallo.
Tutte cose che gareggiano ed eccellono in bellezza e grandiosità,
sicché nemmeno l’accostamento con Roma le opprime.

A Milan tout est merveille: abondance de biens, maisons nombreuses, élégantes, hommes distingués par le génie, l'éloquence, et la douceur de leurs mœurs. Un double mur agrandit l'aspect de la ville, où s'élèvent, un cirque, les délices du peuple; un théâtre fermé, où s'échelonnent d'immenses gradins; puis des temples, le Palais et ses remparts, et l'opulent hôtel de Moneta, et le quartier célèbre sous le nom de Bains d'Hercule, et partout péristyles ornés de statues de marbre, et des murailles entourées de fossés en forme de circonvallation. Tous ces ouvrages semblent, par leurs vastes formes, rivaliser de magnificence, et ne sont point écrasés par le voisinage de Rome. (traduction par E. F. Corpet - 1842)