Vol. 1° -  VIII.12.10.

L’Araucana:
un tarlo da annientare o da conservare?

L’Araucana: una coppia di Gallus inauris proposta dallo standard olandese del 1991 e come, forse, fu proposta a Castelló dal Dr Rubén Bustos, patriarca dell’avicoltura cilena, il quale lo indusse all’erronea credenza che tale pollo, visto e fotografato alla Mostra Internazionale di Santiago del 1914, fosse una razza pura cilena. In verità era il frutto di parecchi anni di selezione operata da Bustos.

L’affermazione di un’origine precolombiana nonché protoasiatica dei polli americani è stata offuscata dalla singolare presenza, nell’Araucana, del ciuffetto alle orecchie e delle uova dal guscio blu, in quanto nessuna di queste due caratteristiche è presente nei polli asiatici.

Il ciuffetto alle orecchie è stato riferito per la prima volta da Castelló nel 1921 e la genetica di questa mutazione è stata decifrata solo nel 1978 da Somes. Si tratta di qualcosa di diverso da barba e favoriti, ed è presente solo nell’Araucana del Sudamerica.

Il guscio blu deve essere stato conosciuto fin dalla lontana antichità in Sudamerica, America Centrale e Messico. Alcuni studiosi affermano che le uova blu possono essere comparse anche nel Nordovest Europeo durante gli ultimi secoli, indipendentemente dal Sudamerica, forse in Scandinavia, forse anche sulle isole che contornano la Scozia nordoccidentale, pur trattandosi di dati da sottoporre a verifica.

Pare strano che Darwin non abbia mai menzionato né le uova blu né il ciuffetto alle orecchie. Viaggiò in lungo e in largo in Sudamerica in veste di biologo della spedizione Beagle ed è inverosimile che non abbia sentito parlare né abbia osservato queste due mutazioni.

Ho setacciato il resoconto di Darwin nel miglior modo possibile, essendo per me l’inglese una lingua acquisita a singhiozzo. Ho cominciato a scandire da quando Darwin ha doppiato la punta meridionale del Sudamerica per finire con la sua uscita dal Perù. Ho trovato un solo accenno a due volatili: uno si rivelò essere un’anatra e dell’altro nulla si sa. Ho pregato Plant, con tutti i problemi di vista che lo affliggono, di scorrere il testo scritto nella sua madre lingua e di verificare se i miei riscontri sono esatti. Il ciuffetto alle orecchie e il guscio blu erano due caratteristiche ignote agli Europei del tempo di Darwin, poiché egli non cita queste caratteristiche quando parla sia delle razze che delle uova.

Tutto quanto si poteva conoscere dell’Asia Darwin lo sapeva, sapeva anche dell’Enciclopedia Cinese, e i nostri navigatori, già da secoli, avevano fissato fiorenti punti commerciali lungo le coste africane e asiatiche. Credo non sia errato pensare che questi due tratti genetici, che hanno messo così in subbuglio il mondo avicolo, non fossero noti in Europa, che a lungo è stata la Gran Madre Culturale.

Il 30 Novembre 1834 Darwin visitava Castro, capoluogo dell’isola di Chiloé, cuore o perlomeno ventricolo sinistro dell’Araucania. Il giorno seguente dirigeva la prua verso l’isola di Lemuy, che non ho trovato sulla cartina e che non deve essere molto distante da Castro poiché dopo 6 giorni la spedizione giungeva quasi all’apice meridionale di Chiloé, cioè a Chailín, 43°10’. Da The voyage of the Beagle:

December 1st - We steered for the island of Lemuy. The people here live chiefly on shell-fish and potatoes. At certain seasons they catch also, in corrales, or hedges under water, many fish which are left on the mud-banks as the tide falls. They occasionally possess fowls, sheep, goats, pigs, horses, and cattle; the order in which they are here mentioned, expressing their respective numbers. At Chailín, the most southern island, the sailors bought with a stick of tobacco, of the value of three-halfpence, two fowls, one of which, the Indian stated, had skin between its toes, and turned out to be a fine duck.

Primo dicembre - Abbiamo fatto rotta per l'isola di Lemuy. La gente qui vive principalmente di molluschi e patate. In certe stagioni prendono anche, in corrales, o recinti sott’acqua, parecchio pesce che è lasciato sulla spiaggia quando cala la marea. Essi a volte posseggono volatili, pecore, capre, maiali, cavalli, e bovini; l'ordine in cui sono qui menzionati esprime la loro rispettiva entità numerica. A Chailín, l'isola più meridionale, i marinai hanno comprato con una trancia di tabacco, del valore di tre-mezzi-centesimi, due volatili, uno dei quali, aveva precisato l'indiano, aveva della pelle che univa le dita dei piedi, e si è rivelato essere un'anatra eccellente.

In base alle mie ricerche, nessuna traccia di uova blu nel resoconto di Darwin, né alcuna stranezza fenotipica a carico del piumaggio della testa o della coda dell’unico volatile che non era anatra. Si può solo pensare che Darwin non ebbe la possibilità di vedere tutto. Calcò parecchio la terraferma, ma il suo fu quasi come un viaggio in treno. Se viaggiamo a piedi o in auto possiamo raccogliere documentazioni che altrimenti ci sfuggirebbero, non certo per mancanza di spirito d’osservazione, ma solo per non aver avuto la possibilità di fermarci a tempo debito.

Da notare tuttavia che Darwin, pur sapendo del patrimonio avicolo degli abitanti, non è andato a curiosare. È logico che al suo posto io me ne sarei fregato di geologia & company, per precipitarmi invece tra i polli degli Indios. Può anche essere che Darwin abbia perso il giro. Se solo si è un po’ esperti di viaggi, si comprende come talora si è costretti a lasciar perdere certe occasioni, salvo non siano lo scopo principale della spedizione.

Si deve forse dedurre che le mutazioni in causa siano insorte nell’arco di tempo che separa la visita di Darwin e quella di Castelló a Punta Arenas? Secondo Prado parrebbe proprio di sì. Vediamo qual è la cronologia dell’apparizione in Cile dell’uovo blu agli occhi dei Bianchi. L’uovo blu rimase sconosciuto, da Santiago in su, fino al 1880.

La prima apparizione risale al 1883, a Puerto de Arauca, 500 km in linea d’aria a sud di Santiago. Se abbiamo già letto la storia del popolo Mapuche, il motivo di questo uovo fantasma, che c’è ma non si vede, riconosce una ragione molto semplice: i polli vivevano in villaggi remoti, e solo dopo il 1880, con la capitolazione degli Indiani, il Cile divenne un’unica ininterrotta lingua di terra. Darwin non dice nulla dell’ostilità dei nativi, ma credo che se i loro geni ancestrali erano ancora efficienti, non concedevano all’uomo bianco molto spazio amichevole.

Il pensiero di Ricardo Latcham è contestato da coloro che sostengono la tesi dell’introduzione del pollo nelle Americhe solo ad opera degli Europei. Trascrivo dalla sua monografia del 1922 Los Animales Domésticos de la América Precolombiana senza soffermarmi a tradurre, in quanto il brano è facilmente comprensibile.

«Se suponía que en América no habían gallinas verdaderas, pero esto es verdad solo en parte. Puede ser que en Norte América no las hubiera, pero en cuanto a Sud América, habían varias especies, pero distintas a las del viejo mundo. No todas estas especies han sido clasificadas, pero en Chile, Bolivia y Perú, se conocían a lo menos tres variedades o especies indígenas, domesticadas por los naturales, y los términos gallo y gallina no fueron adoptados por ellos, ni refiriéndose a las aves introducidas por los españoles, por tener ellos sus voces proprias.

«Al parecer, los peruanos fueron los que domesticaron primeramente estas aves, pues la voz quechua hualpa fué también empleada por los aimarás y con una ligera modificación, achahualpa por los araucanos. Es verdad que Febres escribe achahuall, pero seguramente un error, en que le han seguido escritores más modernos como Molina, Gay y Lenz. El gallo se llama en araucano alca o alca achahualpa; pues la palabra alca indica el sexo masculino.

«Las tres especies, netamente sud-americanas, todavía se crian en Perú, Bolivia y Chile. En este último país se llaman respectivamente trintre, collonca y francolina. No sabemos la derivación de esta última voz, que a todas luces no es indígena, pero suponemos que sea una denominación moderna para distinguir una especie que antes se incluía entre las colloncas.

«La trintre es una gallina de aspecto muy curioso. Las plumas las tienen crespas, como puestas al reves, generalmente ralas y les faltan las ramas de la bandera de segunda orden. Lenz dice: “Como el fenómeno es evidentemente una degeneración debida a la domesticación, y los indios lo conocían, algún pollo domestico debe haber existido entre ellos antes de la llegada de los españoles, lo que también por otras razones me parece probable.”

«Estas gallinas son muy apreciadas todavía por la gente de campo, entre la cual tienen fama de buenas ponedoras.

«Las colloncas son gallinas sin cola, parecidas en este respecto a las perdices chilenas. La palabra se deriva del aimará - ccollunku, trunco - que falta algo - mocho.

«Estas aves son un poco más pequeñas que las variedades comunes y se distinguen de todas las demás en que ponen huevos azulados.

«Las francolinas, son, a nuestro modo de ver, una variedad de las colloncas, de las cuales se distinguen, por llevar un copete de plumas sobre la cabeza que cae por todos lados hasta la altura de los ojos.

«Entre la gente del pueblo se llaman gallinas de aretas. Como las anteriores ponen huevos azules.

«Estas tres especies son muy comunes en los países de nuestra referencia, pero parece indudable que las últimas dos variedades, quizás las tres, han llegado a Chile desde el Perú; pero en todo caso, antes de la conquista española.»

Se per un verso è interessante notare la presenza di polli ciuffati in Cile, la cosa più interessante contenuta nella descrizione di Latcham riguarda la trintre, non tanto per la mutazione in sé che era nota anche ad Aldrovandi e a Gessner, ma in quanto il Gallus crispus da qualcuno è stato classificato tra le razze americane col nome di Razza frisée od Arricciata del Chilí

Nel capitolo sull’origine del pollo, parlando del Gallus crispus, abbiamo visto che Teodoro Pascal così si esprimeva nel 1905:

«Da questa razza goffa ed antipatica si è derivata la padovana riccia detta altrimenti del Chilì, che, malauguratamente, trova ancora qualche allevatore.»

Ma Pascal includeva la Cafra tra le razze asiatiche, seguendo così il pensiero di Temminck.

Invece Ferruccio Faelli, nel 1939, pur essendo conscio delle idee di Temminck, includeva l’Arricciata del Chilí fra le razze americane, insieme a Wyandotte, Plymouth Rock, Dominique, Sherwoods e Rhode Island. Ecco le motivazioni di Faelli:

«Si trovano polli con questa particolarità dovunque ed anche in tutte le razze, in cui compare come un’anomalia, la quale a volontà dell’uomo può trasmettersi e fissarsi.»

«Al Chilí si trova un gruppo di questi polli, i quali presentano questa particolarità, e per questo hanno dato loro il nome di polli arricciati del Chilí senza che per questo s’intenda che il Chilí sia la terra originaria di questa razza.»

Faelli ha forse ragione sul fatto che l’arricciata non sia originaria del Cile, ma in Cile occupava una posizione di spicco, come sottolinea Latcham, tanto da indurre il Faelli a classificare il pollo frisé tra le razze americane.

Che in Cile questo pollo sia giunto dall’Asia o che si tratti di una mutazione insorta in Sudamerica, poco conta. Ciò che importa è il fatto che los indios lo conocían, come affermava Lenz.

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